La truffa del superbonus: fatture gonfiate o inesistenti, sequestro di case e Porsche

Al lavoro la Guardia di Finanza su un’articolata frode nel settore edilizio. I proventi venivano reinvestiti per acquistare immobili e auto di lusso

Ancona: truffe sui superbonus, due arresti e sequestri per 5 milioni

La misura, eseguita dal Gico, giunge all’esito di una complessa attività investigativa nel settore dei superbonus edilizi (sismabonus ed ecobonus), tramite fittizie intestazioni societarie

Ascoli, 7 settembre 2024 – La Guardia di Finanza ha dato esecuzione, nelle province di Ascoli, Fermo, Ancona, Macerata, Teramo, Catanzaro, Cosenza, Arezzo, Milano e Roma, a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal tribunale di Fermo.

I militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio, hanno apposto i sigilli su 12 unità immobiliari, conti correnti e diverse auto di lusso, fra cui alcune Porsche. La misura, eseguita dal Gico, giunge all’esito di una complessa attività investigativa che ha consentito di interrompere un’articolata frode nel settore dei superbonus edilizi (sismabonus ed ecobonus), tramite fittizie intestazioni societarie e fatture per operazioni inesistenti, i cui proventi illeciti sono stati auto-riciclati nell’acquisto di beni immobili e mobili di valore. Custodia cautelare in carcere per un imprenditore di origine calabrese dall’alto spessore criminale, residente da anni nel fermano. Tra i destinatari delle misure cautelari un ingegnere, ora agli arresti domiciliari, che si premurava di presentare all’Enea attestazioni non veritiere sulle spese, anche utilizzando timbri di soggetti estranei alla vicenda. Tale professionista era subentrato dopo che un suo collega era stato coinvolto per la medesima condotta in un’analoga indagine di altra Procura.

Misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stata prevista per un consulente del lavoro, incaricato di apporre i visti sui crediti ceduti e di trasmettere i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle Entrate, e per altri tre sodali del principale indagato. Emessi provvedimenti di sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro, dei quali 3 milioni di crediti inesistenti e 2 milioni pari al profitto delle condotte delittuose contestate agli indagati. Il sequestro dei beni giunge all’esito di una meticolosa attività investigativa, condotta attraverso il setaccio di conti correnti, negozi giuridici e trascrizioni immobiliari, che hanno evidenziato la disponibilità di diversi immobili, nonché di autovetture di lusso e di ingenti liquidità finanziarie.