EMIDIO LATTANZI
Cronaca

Una disputa sulla cremazione. Lite tra fratelli finisce in tribunale

Il Consiglio di Stato deciderà sul caso, coinvolto il Comune di San Benedetto

In azione i carabinieri di Fermo in collaborazione con il Nas di Ancona il e Nucleo Ispettorato del lavoro di Ascoli

In azione i carabinieri di Fermo in collaborazione con il Nas di Ancona il e Nucleo Ispettorato del lavoro di Ascoli

Una disputa sulla cremazione di un uomo, deceduto in giovane età negli anni Sessanta, ha portato a un lungo contenzioso giudiziario ed ora è finita di fronte al Consiglio di Stato. Tutto è iniziato quando due fratelli hanno richiesto la cremazione della salma, sepolta da decenni nel cimitero comunale di San Benedetto, ottenendo l’autorizzazione dal Comune, che ha verificato l’assenza di volontà testamentaria contraria e, stando alle carte prodotte, ritenuto valida la richiesta della maggioranza dei parenti più prossimi. Ma qui arriva il colpo di scena: la decisione è stata infatti contestata dalla sorella del defunto, che ha presentato un ricorso al Tar delle Marche, sostenendo che il fratello fosse contrario alla cremazione e che la normativa richiedesse l’unanimità del consenso familiare. Infatti soltanto due fratelli su tre hanno fatto la richiesta per la cremazione. La donna ha inoltre segnalato l’illegittimità dell’estumulazione, in quanto il loculo era stato concesso in forma perpetua. Il Tar però, a dicembre, ha respinto il ricorso. Con la sentenza pronunciata dalla presidente Renata Emma Ianigiro è infatti stato stabilito che che il Comune di San Benedetto, in quella circostanza, aveva applicato correttamente la normativa vigente. Secondo i giudici, non erano infatti state fornite prove giuridicamente valide della volontà contraria del defunto, e la maggioranza dei parenti dello stesso grado risultava, secondo la sentenza, sufficiente per l’autorizzazione alla cremazione. Una decisione che però non ha soddisfatto la sorella del defunto. Non accettando la decisione, la donna ha presentato appello al Consiglio di Stato per ottenere l’annullamento di quella decisione. Il Comune di San Benedetto ha, dal canto suo, confermato il proprio operato e ha incaricato l’avvocato Marina Di Concetto per la difesa legale, con il supporto dello studio Ranuzzi a Roma per la domiciliazione della causa. Insomma il caso è ora all’esame del Consiglio di Stato, che confermare la sentenza del Tar Marche oppure accogliere il ricorso della sorella del defunto. Se la decisione dei giudici amministrativi di primo grado verrà confermata, la cremazione potrà essere eseguita definitivamente. In caso contrario, la vicenda potrebbe subire nuovi sviluppi e aprire ulteriori contenziosi.

Emidio Lattanzi