GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

Aggressione mortale alla Barca, fiori e scritte per ricordare il 19enne: “Bader vive. Sempre nel cuore”

All’angolo di via Colombi una processione di giovani si ferma davanti al luogo della tragedia. Parlano solo gli adulti: “Quello che è accaduto è terribile. La Barca è diventata più pericolosa”

Aggressione mortale alla Barca, fiori e scritte per ricordare il 19enne: “Bader vive. Sempre nel cuore”

Bologna, 27 aprile 2025 – Una comunità ferita. All’angolo di via Arturo Colombi, un ragazzo osserva il marciapiede, nei suoi occhi si intravede il dolore di una perdita importante, come quella di un amico.

Qui, all’incrocio con via Buozzi, è stato aggredito intorno alle 22 di venerdì, il 19enne Eddine Essefi Bader, morto verso mezzanotte, al Pronto soccorso del Maggiore dove era stato portato in ambulanza con la massima urgenza. Sulla strada sono ancora visibili le macchie di sangue del giovane.

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In quell’istante, di fronte al luogo in cui è stato assalito brutalmente il suo amico, che la mente dell’adolescente fermo sulla strada decide di dare vita ai ricordi vissuti con Eddine. E lo fa tracciando alcune scritte: “Bader vive” e “Sempre nel cuore”. Sono queste le frasi con cui il ragazzo decide sfogare il suo dolore, le ha tracciate con una bomboletta spray nera, nel grigio dell’asfalto e in un muro di color marrone. Dopodiché, a muoversi verso il luogo dell’aggressione, è una ragazza. In mano ha un mazzo di rose rosse, le aggiunge ad alcuni fiori bianchi già presenti.

Gli amici si sono recati sul posto della tragedia portando fiori e lasciando messaggi. Nel tondo la vittima Eddine Essefi Bader
Gli amici si sono recati sul posto della tragedia portando fiori e lasciando messaggi. Nel tondo la vittima Eddine Essefi Bader

Il silenzio in questo momento è assordante. Nessun amico parla, emergono lo strazio e la rabbia dei giovani, per la dinamica in cui il loro amico è stato ucciso. I fiori formano un quadrato sopra al tombino sul marciapiede in cui, cadendo, avrebbe battuto la testa Bader. Accanto, tra i cespugli, c’è anche un guanto azzurro, probabilmente lasciato lì da un soccorritore del 118 la sera del 25 aprile nella concitazione dei soccorsi.

Nel mezzo delle palazzine di via Colombi sembrano conoscersi tutti e qualche residente intanto si è affacciato alla finestra. Tanti sapevano chi era Eddine perché abitava non tanto distante dal punto in cui è stato trovato privo di sensi. In questo scenario, ieri intorno alle 18, sono arrivati per un sopralluogo i carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dalla Procura, per proseguire con le indagini. Poco dopo sono giunti sul posto anche i Vigili del fuoco, per aprire il raccoglitore di abiti usati in via Colombi, nell’ipotesi che qualcuno dei due aggressori possa avervi gettato dentro qualcosa.

La ricerca, tra la speranza di amici e residenti, non sembra aver dato il risultato sperato. Infatti, dopo aver rovistato il contenitore per una decina di minuti, i carabinieri sono andati via dal luogo della tragedia. Prima, però, hanno sentito alcuni abitanti della zona e parlato con qualcuno dei ragazzi. I cittadini, soprattutto quelli più anziani quelli che subiscono sulla loro pelle i timori più grandi di un cambiamento della situazione che sta loro intorno, hanno fatto presente alcune preoccupazioni riguardo a quanto sta accadendo alla Barca: “È sempre di più un brutto posto. Si ha paura anche a portare in giro il cane, è terribile quello che è accaduto”.