FEDERICO DEL PRETE
Cronaca

Un altro allattamento negato. "Costretta a uscire dalla mostra"

“Vietato introdurre cibi e bevande”. La disavventura di Alice Keller a palazzo Albergati

Alice Keller con il figlio

Alice Keller con il figlio

Bologna, 23 dicembre 2016 – Un singolo episodio può essere un caso, ma due (in pochi giorni) autorizzano qualche dubbio in più. Dopo il ‘divieto di allattamento’ imposto lo scorso 14 dicembre a un’assegnista universitaria, Chiara Cretella, nelle sale della mostra di Wolfango a Palazzo d’Accursio, il bis è toccato l’altro ieri a un’altra giovane madre a Palazzo Albergati, dov’è in corso l’esposizione dedicata a Frida Kahlo. «A metà percorso ho chiesto al personale di poter allattare mio figlio di 5 mesi, perché aveva cominciato a piangere per la fame – racconta Alice Keller –, ma mi è stato risposto che non era possibile introdurre cibo e bevande e di recarmi in biglietteria, dove avrei trovato comodi divanetti».

La stessa spiegazione ricevuta da Cretella e smentita nuovamente ieri dal Comune con una nota pubblicata su Iperbole, in cui si precisa che «non è stata assolutamente data indicazione di non consentire l’allattamento al seno da parte di visitatrici con bambini», che «tutte le mamme che allattano sono le benvenute a Palazzo d’Accursio» e che nel caso del 14 dicembre «non si era ritenuto opportuno che la signora si sedesse sulla sedia accanto alla postazione di cassa visto che il catalogo della mostra è in vendita».

Tutto il contrario di quanto avvenuto a Palazzo Albergati, secondo il racconto di Keller. Per ora non è stato possibile ricevere la versione dell’accaduto da parte degli organizzatori della mostra. «Le stesse ragazze mi sono sembrate in imbarazzo a comunicarmi il divieto di allattare, cosa che hanno fatto in maniera molto garbata. Probabilmente non condividevano loro stesse quell’indicazione».

La madre, dopo aver fatto notare «che non si trattava di cibo o bevande come per un adulto, ma di un neonato allattato al seno», ha comunque seguito le indicazioni alla ricerca dei «comodi divanetti». «Si trattava – prosegue Elena – delle stesse sedute presenti nella mostra, ma in un androne all’aperto. A quel punto ho chiesto dove potermi mettere e mi sono appollaiata su una sedia a fianco del bancone delle audioguide e lì ho allattato, nel bel mezzo del viavai di visitatori in arrivo». Il risultato? «Mi sono ritrovata a far io stessa da quadro in una situazione né comoda né confortevole: qualcuno si è reso conto del ridicolo di estendere una regola pensata per adulti a un neonato che non sa certo regolare la sua fame e deve semplicemente poppare?».

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