Baby gang a Bologna, la rabbia senza ragione. Risse, furti e violenze: la mappa

L’analisi sul nostro territorio: in crescita i gruppi di giovani non organizzati Polizia e carabinieri: "Da noi massima attenzione e risposte tempestive"

Nella mappa, le aree più frequentate da gruppi di ragazzini

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Bologna, 28 dicembre 2022 – Gruppi senza una struttura definita, dediti ad attività violente o devianti. Questo l’identikit delle baby gang che gravitano all’ombra delle Due Torri, così come emerge dallo studio elaborato da Transcrime con il ministero dell’Interno e l’Università Cattolica.

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Un’analisi che, basandosi sui dati di Questure, Arma dei carabinieri e Uffici di servizio sociale per i minorenni, traccia un quadro del fenomeno a livello nazionale. Un quadro che parla di un aumento della criminalità minorile lungo tutto lo Stivale, ma con caratteristiche ben distinte per ciascuna area di interesse. Una ricerca secondo cui Bologna e la sua provincia sono interessate dalla presenza di gruppi di giovanissimi, caratterizzati da una "natura più fluida", che non presentano una gerarchia chiara o una organizzazione definita "e spesso nemmeno dei fini criminali specifici". E che indirizzano la propria azione in "attività violente o devianti occasionali". E quindi risse, ma anche rapine e furti in strada. Episodi non studiati, casuali. Reati semplici, improvvisati, compiuti da piccoli gruppi composti al massimo da una decina di ragazzini, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, italiani o di seconda generazione, in un caso su tre, invece, da stranieri. Che cercano, stando agli esiti dell’indagine, "una risposta a uno stato di isolamento sociale, di insoddisfazione rispetto alla propria condizione o di incapacità di relazionarsi con i propri pari".

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A Bologna , come in buona parte del Nord Italia, sono presenti anche gang di ispirazione straniera, "legate alla necessità (dei minorenni stranieri, ndr ) di affermarsi in un contesto al quale non sentono di appartenere".

"Non mi sento di parlare di ‘fenomeno’ baby gang su Bologna, non ci sono gruppi organizzati, ma piuttosto aggregazioni episodiche, alla base di azioni isolate", spiega il questore Isabella Fusiello, che lo scorso anno, per far fronte al ripetersi, in particolare in zona universitaria, di risse e violenze da parte di giovanissimi, aveva studiato e messo in campo, con ufficio Volanti e Rpc, "una serie di servizi di identificazione a tappeto dei frequentatori della zona, che nel tempo hanno portato ottimi risultati, tanto che oggi non penso che qui si debba parlare di criticità". Servizi che si aggiungono all’ordinario controllo del territorio: "Reati commessi da minori ce ne sono – dice ancora il questore –, ma la nostra risposta è sempre tempestiva e porta nella quasi totalità delle situazioni all’identificazione dei responsabili. In molte circostanze si tratta di minori non accompagnati, la cui gestione meriterebbe una lunga analisi".

Una spinta evidente all’aumento di comportamenti devianti tra i più giovani è stata data dalle restrizioni del Covid, come constata anche il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Rodolfo Santovito. "Come Arma, grazie alla diffusione capillare sul territorio di tutta la provincia, registriamo una presenza di baby gang tanto in città, quanto nei Comuni dell’hinterland. Ma non si tratta di gruppi strutturati, organizzati gerarchicamente che esercitano il controllo del territorio, che è invece saldamente in mano alle forze dell’ordine", dice Santovito, che sottolinea "la collaborazione non solo con la Procura dei minori, ma anche con istituzioni e cittadini, tesa a contrastare i problemi legati alla presenza di bande di adolescenti, individuare le zone dove si verificano con più frequenza episodi legati a devianza giovanile su cui incrementare servizi e presenza". Perché, per il comandante dell’Arma, lo spettro delle azioni è vasto, va dai reati veri e propri, come il recente omicidio avvenuto a Castel del Rio, ad atteggiamenti molesti che maturano in situazioni di aggregazione, come registrato in più occasioni sia in passato in piazza del Nettuno che più di recente allo Shopville Gran Reno di Casalecchio. "Quello dei giovani è un segmento nevralgico – continua Santovito –, su cui l’Arma concentra massima attenzione. Non solo sul fronte della repressione: ogni contatto, che sia in un evento organizzato o per strada, durante il controllo del territorio, è un’occasione per apprendere informazioni e diffondere un messaggio di legalità".

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