Banda della Uno Bianca, Fabio Savi chiede di potere uscire dal carcere per lavorare

La sua richiesta era stata rigettata, ma ha presentato reclamo. Detenuto dal 1994, è nel carcere milanese di Bollate assieme al fratello Roberto

Fabio Savi all'epoca del processo per i delitti della Uno Bianca

Fabio Savi all'epoca del processo per i delitti della Uno Bianca

Bologna, 26 gennaio 2023 – Fabio Savi, l'unico non poliziotto della banda della Uno bianca e detenuto dall'arresto del 1994, ha fatto richiesta di lavoro esterno al carcere. La sua richiesta, secondo quanto si apprende, è stata rigettata e ieri, davanti ai giudici di Sorveglianza di Milano, è stato discusso il reclamo: il tribunale si è riservato la decisione.

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Fabio Savi, che ad aprile compirà 63 anni, è nel carcere di Bollate, dove si trova anche il fratello Roberto. I due erano a capo della banda che tra il 1987 e il 1994 ha ucciso 23 persone e ne ha ferite un centinaio tra Emilia Romagna e Marche. A quanto risulta, Savi non ha sin qui mai usufruito di benefici e come lui neppure Roberto: le loro richieste sono state respinte. Il terzo fratello Savi, Alberto, da qualche anno invece gode di permessi premio, in Veneto.

La banda della Uno Bianca, in sette anni di terrore tra il 1987 e il 1994, ha falciato 24 vite ed è responsabile di oltre cento feriti: una scia di sangue che da Bologna è arrivata a Forlì, Cesena, Rimini e Pesaro.

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