BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Baraldi riscrive ’La Bambola’: "Un urlo per le donne vittime"

La curatrice di Dylan Dog stasera a Frida nel parco per presentare la nuova versione dell’esordio letterario

Baraldi riscrive ’La Bambola’: "Un urlo per le donne vittime"

Frida nel parco (in Montagnola) al sapore di thrilling questa sera. Alle 19 arriva la scrittrice Barbara Baraldi per presentare il suo esordio letterario del 2008 La bambola dagli occhi di cristallo, riproposto quest’anno in una nuova versione riveduta dall’autrice nata a Mirandola – anche curatrice della serie Dylan Dog di Sergio Bonelli Editore - per i tipi di Giunti. Un libro che affronta un tema contemporaneo (purtroppo) per eccellenza, ovvero quello della violenza sulle donne e che per questo solleva riflessioni sull’educazione necessaria oggi per il mondo dei piccoli e dei ragazzi. Sullo sfondo di un omaggio a Dario Argento e di una Bologna d’inizio millennio.

Baraldi, la violenza sulle donne pare un tema tutto attuale data la quantità di casi, ma leggendo il suo libro si evince che l’argomento in quei primi anni dieci del Duemila fosse già un grosso problema.

"Confermo. Era l’estate del 2005 e ricordo ancora la sensazione che avevo addosso. La settimana in cui decisi di iniziare a scrivere era stata un continuo, con un caso quasi tutti i giorni di violenza su una donna. L’ultimo che mi fece sentire davvero arrabbiata fu il caso di una ragazzina di sedici anni alla fermata del bus. Iniziai a scrivere la Bambola, una provocazione con cui chiedevo: ‘cosa deve fare una donna oggi?’".

Forse oggi la comunicazione è più ampia e ci pare succeda tutto adesso?

"Rimane tutto uguale a vent’anni fa, l’unica cosa che è cambiata è che abbiamo dato dei nomi nuovi, chiamiamo questi atti femminicidi, ma nella sostanza è tutto uguale. E invece bisognerebbe agire in maniera pratica con l’educazione sociale e sessuale, partendo dalle scuole. Ecco, non è un caso se dopo quasi vent’anni ho sentito l’urgenza di ripubblicare il libro che non si trovava più, per urlare ancora più forte".

Come l’ha riproposto?

"È stato un lungo lavoro di scrittura perché il cuore del romanzo è lo stesso, i personaggi c’erano già, la scrittura che definivano cinematografica c’era già, ma negli anni grazie ad Aurora, protagonista dei miei romanzi sempre per Giunti, sono diventata esperta in criminal profiling, nella parte investigativa. Quindi il lavoro è stato aggiungere la parte investigativa in maniera importante e per questo è uscito in maniera più forte il personaggio dell’ispettore Marconi che rappresenta gli occhi dei lettori, ricostruendo il profilo della serial killer, attraverso i messaggi che lascia accanto ai cadaveri. Lui capisce per primo che si tratta di una donna e nella prima pubblicazione rimaneva un passo indietro rispetto ai vari personaggi femminili".

C’è un omaggio a Dario Argento?

"Sì, al primo Argento. Anche io utilizzo il personaggio della medium come in Profondo Rosso, ispirandomi alla mia trisnonna ma anche alla mia bisnonna, che erano curatrici qui nella mia campagna di Mirandola e che fornivano un ascolto oltre che a segnare e a usare le erbe".

E Bologna è sullo sfondo!

" Bologna è protagonista con le sue vie, i quartieri, le serate, anche luoghi e situazioni che non ci sono più. C’è una scena ambientata proprio al mercato della Montagnola, perché un luogo di ritrovo di uno dei protagonisti è accanto al monumento del Popolano".