Bambino caduto dal carro di Carnevale, a Bologna manca un regolamento

Dopo la morte del piccolo Gianlorenzo la Procura acquisisce gli accertamenti dei carabinieri

Carnevale, carri nel mirino

Carnevale, carri nel mirino

Bologna, 15 marzo 2019 - I carabinieri hanno consegnato in Procura i primi accertamenti tecnici richiesti dalla pm Beatrice Ronchi sul caso del piccolo Gianlorenzo Manchisi, morto dopo essere caduto da un carro del Carnevale dei bambini, il giorno di Martedì grasso (foto). In sostanza, si tratta delle misurazioni del carro allegorico su cui si trovava il piccolo, della ringhiera in particolare. Uno spazio sicuramente ampio, ma la questione da chiarire è se questa distanza sia in linea con i canoni imposti dalla normativa antinfortunistica.

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Ossia l’unica normativa di riferimento in questa tragica circostanza (video), visto che il Comune di Bologna, malgrado il Carnevale dei bambini venga organizzato ormai da più di sessant’anni, non si è mai dotato di un regolamento apposito, a differenza di altre città – anche molto più piccole – dove si celebrano manifestazioni con la presenza di sfilate di carri allegorici.

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Una questione che probabilmente dovrà essere sviluppata. E non è escluso che possa essere argomento di un supplemento di indagine. Anche perché in vista della manifestazione, che comunque ogni anno richiama migliaia di persone, soprattutto famiglie con bambini, non si è neppure riunita la commissione dei pubblici spettacoli. Insomma: nel mirino dei militari dell’Arma potrebbe presto rientrare tutta l’organizzazione dell’evento.

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E, con effetto domino, questa evidente vacatio normativa bolognese potrebbe portare conseguenze anche alle iniziative analoghe che si svolgono in provincia. Dopo quello che è accaduto al piccolo Gianlorenzo, infatti, l’attenzione è massima e altrettanto urgente la necessità di normare questo tipo di eventi, affinché si svolgano in sicurezza, senza più rischi per nessuno. Il carro della Pro Loco di Granarolo da cui è caduto il piccolo, due anni e mezzo, era collaudato e assicurato: tuttavia, l’assenza di una normativa specifica ha permesso errori di realizzazione (la distanza tra le sbarre troppo ampia, la mancata copertura rigida delle ruote, ad esempio) che sono risultati fatali per Gianlorenzo.

 

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