Chiara Maci "Fiabe (e ricette) a modo mio"

La foodblogger e presentatrice tv domani da Oui con un libro per ragazzi. In città ha vissuto 12 anni

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C’era una volta un libro di quindici fiabe che non volevano finire come da tradizione. Ogni narrazione nasceva con una ricetta abbinata, perché, come succede spesso, a tavola si riescono ad appianare tante spigolosità, parlando, godendo, socializzando. E quindi può succedere che Cappuccetto Rosso e il lupo, finiscano col mangiare una focaccia all’uva o che che Hansel e Gretel cucinino alla strega una torta salata. Ecco la filosofia di Chiara Maci, una delle protagoniste assolute del mondo "food" italiano, che ha appena pubblicato per Mondadori Le mie ricette da favola, libro di favole celebri come Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Riccioli d’oro e i tre orsi, Cenerentola, cui è stato cambiato il finale. La presentazione è domani all’Officina di Oui (via Valeriani 1a) alle 10.30. Ed è un bel ritorno per Maci, che da 16 anni abita a Milano, ma che sotto le Due Torri, dove si è laureata in Giurisprudenza, ha vissuto 12 anni.

Maci, ’ultima avventura è un libro di favole "a modo suo", inventate per i suoi figli e per di più con ricetta finale.

"Rispetto all’inizio, quando principalmente cucinavo e parlavo delle aziende, testavo i loro prodotti e andavo tanto in giro per il mondo e per ristoranti, scrivendo recensioni, è arrivata la televisione, che ora è diventata prevalente. Ora sono passata a Sky dove a Natale andrà la trasmissione Artisti del panettone e l’anno prossimo inizierà un nuovo capitolo per un’altra rete televisiva".

Riesce ancora a cucinare?

"Certo, cucinare fa parte del mio dna, sono cresciuta con questa passione e la mattina presto, appena mi sveglio, e confesso che sono già iperattiva, metto sempre su tre padelle e preparo di tutto, i piatti per mio figlio Andrea che mangia molto basico e per mia figlia Bianca che invece ama sperimentare con me. Ho sempre la casa piena di ingredienti per ispirarmi. Del resto, una delle cose che più amo fare è la spesa e nella mia giornata surreale c’è sempre l’ora in cui vado al mercato. Mettermi ai fornelli è ancora per me il modo ideale per rilassarmi, anche quando arrivo a casa a mezzanotte, magari dopo una serata di gala, cucino. La scorsa settimana mi sono messa a fare lasagne e arrosti, poi congelo per il weekend".

Dal 2010, anno dell’apertura del blog con sua sorella, nel mondo food sembra sia trascorso un secolo.

"E’ vero, il modo di comunicare in questo universo ha subito cambiamenti incredibili".

E lei li ha vissuti e cavalcati.

"In effetti quando ho deciso di scrivere il libro, il mio intento non era fare un libro di cucina. Volevo parlare a una generazione ben precisa, ovvero gli adulti di domani, i bambini. Da ex bambina che ha sempre creduto nei sogni, mi piace parlare attraverso il linguaggio semplice delle fiabe a bambine e bambini che devono credere che non ci sia per forza bisogno di qualcuno per salvarsi e che la felicità può dipendere da se stessi. E poi, non bisogna per forza definirsi… un bambino deve aver chiaro che può essere quello che vuole, senza criticare e anche con l’accettazione dello sbaglio".

Benedetta Cucci

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