ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Congresso Pd, Meogrossi si fa avanti: "Ora le idee. No all’unità a tutti costi"

Il vicesegretario pronto a sfidare Mazzoni: "Siamo un partito plurale, non si metta la polvere sotto il tappeto. Il taglio dei circoli? Serve il rilancio. I dem facciano da pungolo, non da megafono alle amministrazioni" . .

Matteo Meogrossi, vicesegretario del Pd di Bologna

Matteo Meogrossi, vicesegretario del Pd di Bologna

Matteo Meogrossi fa un passo avanti. Non ancora una candidatura visto che la data del congresso provinciale del Pd ancora non c’è. Ma il vicesegretario dem, in attesa di una discesa in campo ufficiale per sfidare la segretaria provinciale del Pd Federica Mazzoni, che punta al bis, anticipa alcuni punti programmatici.

Il congresso non è stato fissato, ma c’è chi scommette che in regione e nelle federazioni locali si farà a primavera... "Non sono contrario. Qualunque sia la decisione sulla data, sarà comunque nel 2025".

Sfiderà Mazzoni, prima segretaria donna Pd sotto le Torri? "Nel 2025 finisce una fase politica: abbiamo votato alle Regionali e alle Comunali, ora si ragionerà sul ricambio nella segreteria Pd. Il tema non è lo scontro con Federica, ma credo che a valle del percorso di razionalizzazione delle sedi Pd di cui si sta parlando, sia il momento di pensare al futuro del nostro partito".

È fattibile un accordo sulle candidature del Pd Emilia-Romagna e il Pd locale? "Non vedo alcun automatismo tra le due federazioni, ma so che Luigi Tosiani, attuale segretario del Pd regionale, ha fatto un ottimo lavoro".

Crede sia difficile trovare la convergenza su un’unica candidata o un unico candidato? "Il congresso non deve cercare l’unitarismo a tutti i costi, perché credo sia profondamente sbagliato e faccia male al Pd, il cui Dna parte proprio da una pluralità di idee. L’unitarismo non è unità che, invece, si ritrova nella condivisione politica, non nello scambio di nomi e poltrone, magari valutando di partire da candidature in base all’area di appartenenza (Bonaccini o Schlein, ndr). Al Pd non serve un congresso sui nomi, ma sulle idee. Il congresso sarà unitario se tutti la penseremo alla stessa maniera, non se si metterà la polvere sotto il tappeto in nome di un’unità di facciata".

Sulla questione dei circoli Pd, i debiti della Federazione dem con Fondazione Duemila saliti a 4 milioni, il partito alla fine ha fatto quadrato... "Alla luce di questo momento complicato, dobbiamo evitare di fare accordi al ribasso, discutendo di scambi di posti. Dobbiamo pensare al rilancio, ripartire dai territori di confine, da Galliera, Sant’Agata, Malalbergo, Molinella dove amministravamo noi e abbiamo perso. Va ripensato il rapporto del Pd con le giunte locali. Dobbiamo seguire le istanze dei cittadini, sostenere le nostre amministrazioni certo, ma senza esserne il megafono e, se serve, fare da pungolo".

Di chi sono le responsabilità dei conti in rosso del Pd? "Il nostro è un partito sano, non finanziato da imprenditori come succede negli Usa con Musk, ma dall’attività politica, dalla passione dei militanti. I debiti derivano dai cattivi risultati di alcune feste dell’Unità a causa del maltempo. Per questo va ripensata la location delle prossime kermesse".

In alternativa al Parco Nord si parla di Parco Cevenini... "Quando decideremo dovremo prendere a esempio alcuni territori dove il Pd è forte grazie all’autofinanziamento".

Da anni il Pd non paga gli affitti a Fondazione Duemila... "La questione dei circoli andava gestita giorno per giorno. Già nel 2021, durante la segreteria di Tosiani, iniziammo a fare grosse dismissioni di sedi. Ora abbiamo pochi mesi per discutere".

Discussione che porterà a tagliare 33 sedi, tra la rabbia dei militanti... "Da qui ad aprile vedremo quali sedi terremo. Il Pd deve misurarsi con la sua grande storia, ma anche adeguarsi ai tempi. La gestione del patrimonio va fatta costantemente e fra due anni vedremo il da farsi: potremmo essere costretti a ridimensionare ancora le sedi o, al contrario, riaprire alcuni circoli".