Davide Ferrerio in coma, l’imputato: “Non volevo ucciderlo, ero nervoso e chiedo scusa”

Lungo interrogatorio a Nicolò Passalacqua nell’udienza preliminare. Il giovane si sente una vittima: “Sono stato fregato da quelle due donne”

Davide Ferrerio, il giovane bolognese in coma irreversibile dopo l'aggressione a Crotone

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Bologna, 6 aprile 2023 - Al pm che gli chiedeva i motivi della violenta aggressione a Davide Ferrerio, il principale imputato, il 23enne Nicolò Passalacqua, ha risposto che l'ha picchiato perchè era "nervoso", e che se l'avesse voluto ucciderlo avrebbe infierito di più. Poi ha chiesto scusa: “Mi scuso con la famiglia di Davide, con la popolazione crotonese e bolognese e tutta Italia”. Alla risposta choc dutante il processo che si sta celebrando con rito abbreviato, s'aggiungono le parole della parte civile: "Dopo, ha mangiato i cornetti", ha sottolineato l’avvocato. Ferrerio è stato ridotto in fin di vita a forza di botte l'11 agosto dello scorso anno. nel centro cittadino di Crotone.

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L’udienza preliminare

All'udienza preliminare che è iniziata questa mattina davanti al giudice Elvezia Cordasco con il rito abbreviato (che prevede uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna), il pm Pasquale Festa avrebbe dovuto tenere la sua requisitoria e quantificare la pena da infliggere a Passalacqua, ma il lungo interrogatorio dell'imputato ha monopolizzato l'intera udienza per cui il pm ha rinviato la requisitoria all'udienza del prossimo 21 aprile, quando è prevista anche la sentenza.

La spiegazione di Passalacqua e le scuse alla famiglia

"Non volevo uccidere Davide - ha spiegato il giovane - altrimenti avrei infierito sul suo corpo, invece gli ho dato un pugno e una ginocchiata. Ho picchiato perchè ero nervoso. Se avessi avuto intenzione di uccidere lo avrei colpito quando stava per terra o mi sarei portato una pistola o un coltello”. Il 23enne di Colleferro è accusato di tentato omicidio aggravato dai motivi futili e abbietti per l'aggressione a Ferrerio. Passalacqua ha risposto a tutte le domande della pubblica accusa. Ha spiegato che quando ha colpito Davide era un po' impaurito, quindi ha chiesto scusa alla famiglia di Davide. Scuse contenute in una lettera che avrebbe voluto indirizzare ai Ferrerio salvo poi ripensarci per farlo personalmente in aula, anche se all'udienza di oggi i genitori e il fratello del ragazzo bolognese non erano presenti.

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"Sono anche io una vittima"

Rispondendo ancora alle domande del pubblico ministero, Passalacqua ha affermato di essere anche lui una vittima di questa vicenda, affermando di essere stato coartato - "fregato", sono state le sue testuali parole - dalle due donne, madre e figlia, che lo avrebbero istigato a compiere la spedizione punitiva contro quell'uomo, poi identificato nel 31enne Alessando Curto, colpevole di fare la corte alla ragazzina attraverso i social. Lo stesso uomo che quella sera indirizzò invece il commando sull'incolpevole Davide Ferrerio che da allora versa in coma irreversibile.

Il racconto e le contraddizioni

L'imputato ha ricostruito l'aggressione, ma anche le fasi precedenti e successive non senza contraddizioni. Ha detto che dopo aver saputo del messaggio inviato da Alessandro Curto - l'uomo di 31 anni che faceva la corte via social alla minorenne di cui lui era invaghito e che per sviare da se le attenzioni ha scritto "ho la camicia bianca" - è scattato verso l'unica persona presente in strada con la maglia bianca, ovvero Davide. "C'era solo lui - ha detto - con la maglia bianca. Volevo chiarire, ma lui è scappato. Se non fosse scappato ... L'ho preso per il bavero e l'ho fatto girare, gli ho dato un calcio alle costole e poi un pugno sulla tempia". Passalacqua ha detto poi che, nonostante sapessero che lo spasimante della 17enne fosse un uomo di 30 anni non si è reso conto, quando ha fermato Davide, di avere davanti un ragazzo di 20 anni perché lo ha visto solo per pochi secondi prima di colpirlo. Tra le contraddizioni emerse nelle parole di Passalacqua anche quelle relative alle fasi successive. "Perché non mi sono girato a vedere come stava Davide dopo che era caduto a terra? Perché ero impaurito", ha detto aggiungendo di essere in ansia per la ragazza 17enne e per sua mamma "perché stavano male" ma "anziché portarli in ospedale siamo andati a mangiare un cornetto".  

Il tirapugni

Per questo sia Curto che le due donne, insieme al compagno della madre, sono a loro volta imputati di concorso anomalo in tentato omicidio. Passalacqua ha risposto anche alle domande del suo difensore, l'avvocato Salvatore Iannone, che ha centrato l'attenzione sul tirapugni che secondo l'accusa l'imputato avrebbe utilizzato per colpire Ferrerio. Circostanza che Passalacqua ha smentito. "Non è mai esistito alcun tirapugni - ha dichiarato il difensore - come si evince chiaramente anche dal filmato delle telecamere di sorveglianza che alla prossima udienza chiederemo di visionare in aula".

L'avvocato dei Ferrerio: "Sono andati a mangiare i cornetti"

"La prima cosa che ha detto è che lui una vittima, che è stato coartato, fregato da loro, e ha chiesto scusa alla famiglia, al popolo crotonese, a quello bolognese e a quello italiano": c'è una vena di amarezza nelle parole dell'avvocato Fabrizio Gallo, che insieme al collega Gabriele Bordoni assiste i familiari di Davide Ferrerio nel processo. "Ha detto che quando ha colpito Davide era un po' impaurito - ha commentato l'avvocato Gallo al termine dell'udienza preliminare - ma poi ha visto che Martina, la ragazzina all'epoca minorenne della quale era invaghito, e la madre Anna Perugino erano rimaste scosse per l'accaduto e sono andati insieme a mangiare dei cornetti. Lui le ha accompagnate e poi e' andato a pescare come se nulla fosse accaduto". Gallo e Bordone in udienza hanno sollecitato per Passalacqua il massimo della pena.

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