NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Delitto di via Zanolini. Fermata la moglie: "Coca e allucinogeni. Poi ha ucciso il marito"

Lorenza Scarpante è alla Dozza con l’accusa di omicidio aggravato. Una delle ipotesi è che abbia causato la morte di Giuseppe Marra . sbattendogli la testa contro gli spigoli della parete: attesa l’autopsia.

I carabinieri di fronte al palazzo al civico 16 di via Zanolini, luogo dell’omicidio

I carabinieri di fronte al palazzo al civico 16 di via Zanolini, luogo dell’omicidio

Tempera

Quattro ore di interrogatorio. Con momenti di buio e contraddizioni. Al termine delle quali nei confronti di Lorenza Scarpante la pm Manuela Cavallo ha emesso un provvedimento di fermo per omicidio volontario aggravato. La cinquantasettenne è accusata di aver ucciso, nella notte tra lunedì e martedì, il marito Giuseppe Marra, 59 anni, nell’appartamento di via Zanolini, dove vivevano dal 2021. Un fermo che arriva al termine di una giornata di indagini convulse, in cui i carabinieri del Nucleo investigativo e della Sis hanno analizzato ogni traccia di sangue, ogni angolo della casa, per riuscire a ricostruire quello che è accaduto tra quelle quattro mura. Per capire come Marra sia stato ucciso. Perché la certezza, sin da subito, era che l’uomo fosse stato vittima di morte violenta.

Alla ricostruzione manca ancora un movente chiaro, se si escludono le tensioni di coppia che nell’ultimo periodo erano state causa di litigi uditi anche dai vicini di casa. E manca un’arma, anche se un’ipotesi (che dovrà essere accertata in corso di esame autoptico) è che le profonde ferite dell’uomo siano state provocate sbattendogli la testa contro gli spigoli della parete. Colpi dati quanto era già a terra, caduto forse a causa di un malore. Gli spigoli sono stati trovati coperti di sangue, come il resto della stanza dove è stato rinvenuto il corpo. Più ferite, una sicuramente letale.

Scarpante, affiancata dall’avvocato d’ufficio Cristiana Soverini (ieri sostituita dalla legale di fiducia Chiara Rizzo), "ha risposto a tutte le domande e respinge ogni addebito, ha cercato di collaborare", ha spiegato l’avvocato Soverini, parlando di una donna "palesemente sotto choc". In sostanza l’indagata ha ribadito quanto detto da subito ai carabinieri: ossia di aver trovato il marito "in quelle condizioni" dopo essersi svegliata. Ma per la Procura le circostanze non tornano. Non torna la ricostruzione, lacunosa, che la donna fa della serata, dicendo di essere andata a dormire a mezzanotte e di aver trovato la mattina dopo l’uomo a terra all’ingresso di casa. "All’inizio non mi sono accorta del sangue", avrebbe anche riferito agli inquirenti. Che ritengono però inverosimile questa ricostruzione: alle 3 del mattino, plausibile orario della morte di Marra, i vicini hanno raccontato di aver sentito dei tonfi, dei rumori ‘pesanti’. Lei, invece, ha detto di non essersi accorta di nulla. Ad aggravare la posizione della donna, il fatto che nell’appartamento non sia emerso alcun riscontro dell’eventuale presenza di terze persone.

Lunedì sera, al terzo piano della palazzina liberty al civico 16 di via Zanolini c’erano soltanto Lorenza, Giuseppe e il loro gatto, adesso affidato dai carabinieri ai figli della coppia. Nessun altro. Tuttavia, non è escluso che la donna non menta quando dice di non ricordare nulla: i vuoti di spazio e tempo potrebbero essere legati al fatto che lunedì sera sia lei che il marito avrebbero abusato di sostanze. Un mix, come dichiarato dalla stessa indagata, di coca, marijuana e anche allucinogeni, riscontrato anche dalle analisi a cui la cinquantasettenne è stata sottoposta martedì pomeriggio al Sant’Orsola. Sarà invece il tossicologico sul corpo di lui a dire se anche Giuseppe fosse drogato. Una circostanza che spiegherebbe pure come l’indagata, minuta rispetto al marito, possa essere riuscita a sovrastarlo e colpirlo fino a ucciderlo. Adesso la donna è alla Dozza e nelle prossime ore sarà sottoposta a interrogatorio di garanzia. Intanto, la sua legale Rizzo ha nominato come consulente di parte per gli accertamenti medico legali la tossicologa Elia Del Borrello. Ieri i figli sono rientrati a Bologna: anche loro sono stati sentiti dai carabinieri. Che stanno cercando, tassello dopo tassello, di ricostruire l’epilogo terribile di una famiglia.