Emo Gruppioni ascensore Bologna, dopo 15 anni l'anziano riconquista la libertà

Inaugurato oggi l'elevatore ottenuto anche grazie all'interessamento di Confabitare. Il pensionato: "Non ho mai avuto una festa così"

Bologna 18 maggio 2022 - La fragile storia di Emo Gruppioni è riuscita, come un aeroplanino di carta, a mantenere l’equilibrio e a muoversi tra i cuori dei cittadini bolognesi e non solo. La vicenda dell’84enne rimasto disabile a causa di un ictus divenne, infatti, un caso  nazionale, che ora sotto il sole primaverile di maggio, può finalmente concludersi con un lieto fine.

Bologna, la felicità di Emo Gruppioni dopo l'inaugurazione dell'ascensore
Bologna, la felicità di Emo Gruppioni dopo l'inaugurazione dell'ascensore

 

Dopo quindici lunghi anni in cui l’anziano rimase bloccato nel suo appartamento, in attesa che la realizzazione di un ascensore nel suo condominio in via del Faggiolo lo liberasse dalla reclusione, Emo ha potuto ora rivedere  la luce del sole. Perché dopo mesi di incertezza, difficoltà e infinita burocrazia, le voci di chi coralmente ha portato avanti la sua battaglia - dalla famiglia, ai cittadini fino al cantante J-Ax che tradusse la vicenda in un caso mediatico - ora, grazie all’aiuto di Confabitare e del presidente Alberto Zanni, si convertono in un lungo grido di esultanza.

Quello che sembrava uno scoglio insormontabile, è stato superato dalla determinazione di chi non ha mai accettato di perdere la partita: “Una festa così grande non l’ho mai avuta. Per me questo ascensore rappresenta le gambe: quando guardavo le scale mi veniva da impallidire - sono le prime parole pronunciate da Emo, una volta uscito dall’ascensore - . La prima cosa che farò? Andare a messa insieme agli amici. E ringraziare mia figlia che si è data da fare per raggiungere questo traguardo”.

E proprio la figlia Elisa, presente all’inaugurazione e sempre alle spalle del papà, non esita a dire che “senza Alberto Zanni non si sarebbe mosso nulla. Lui mi ha permesso di portare alla luce questa storia. Così come l’impresa che ha aspettato quasi sei mesi per chiudere i lavori del 110%: se questo elevatore non fosse rientrato nel bonus non avrei saputo cosa fare”. È commosso il presidente di Confabitare: “Sono orgoglioso del risultato. È stata una battaglia lunga e difficile, ma lo abbiamo fatto per abbattere le barriere architettoniche così come le barriere sociali e interpersonali - spiega Zanni -. Come Emo anche altri potranno ora ottenere un ascensore per poter uscire di casa”. Così, con un abbraccio alla moglie e un brindisi finalmente all’aria aperta, si conclude un capitolo che dopo la battaglia afferra a piene mani la gioia di una meritata vittoria.

Dal punto di vista lavorativo è stato un progetto complicato, perché si tratta di un impianto cucito su misura e su una scala molto particolare, seppur noi tendenzialmente facciamo questo tipo di interventi - aggiunge Sergio Fancelli, responsabile commerciale di Abitel - L’aspetto prioritario però, che ci ha guidati, è quello umano: Emo stava vivendo una situazione  assurda. Siamo stati ben contenti. Ed io, il mio socio Fabrizio Alberoni impegnato nel cantiere,  insieme all’impresa ci sentiamo parte di un grande progetto . Non meno importante è stata la figura dell’amministratore”

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