FRANCESCO MORONI
Cronaca

Ezio Cesarini, Bologna ricorda il giornalista fucilato dai fascisti

A ottant’anni esatti di distanza, il ricordo insieme alla nipote Anna e la commemorazione davanti alla lapide a lui intitolata: “Un simbolo della libertà di stampa"

Bologna, 27 gennaio 2024 - Nella ‘Giornata della memoria’, Bologna ricorda Ezio Cesarini, giornalista martire per la libertà di stampa, fucilato dai fascisti 80 anni, e padre di Metello Cesarini, caporedattore e vicedirettore del Carlino fino a poco oltre vent'anni fa.

Ezio Cesarini, che lavorava al Resto del Carlino e decise di non piegarsi mai al regime, fu il primo dei quattro professionisti (insieme a un altro collega pubblicista) caduti in nome della libertà di stampa durante la Seconda guerra mondiale.

“L’obiettivo è rendere omaggio a chi si è battuto per la libertà di stampa sempre con la schiena dritta”, ricordano dall’Associazione stampa Emilia-Romagna. L’occasione è il convegno ‘Ezio Cesarini, giornalista antifascista. Etica e deontologia dell’informazione’, organizzato dall’Aser nell’aula magna di Santa Cristina davanti - fra gli altri - ad Anna, nipote di Ezio Cesarini.

Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino fucilato dai fascisti 80 anni fa. La commemorazione a Bologna
Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino fucilato dai fascisti 80 anni fa. La commemorazione a Bologna

“Non l’ho mai conosciuto, ma noi nipoti ci siamo affezionati a nonno Ezio attraverso le parole dei famigliari - il ricordo di Anna Cesarini -. Noi bambini non abbiamo mai neanche chiesto nulla al riguardo perché, inconsciamente, avevamo percepito quanto dovessero essere intensi e dolorosi questi ricordi. Con gli anni, però, noi nipoti abbiamo voluto mantenere vivo il ricordo di nonno Ezio e ne abbiamo parlato ai nostri figli: abbiamo raccontato, cercato su Internet, visitato i luoghi significativi. Per tenere viva la memoria”.

Proprio nel complesso in piazzetta Giorgio Morandi, si trova anche la lapide in ricordo del giornalista fucilato il 27 gennaio ‘44, recuperata dai giornalisti de il Resto del Carlino e donata, attraverso l’Ordine, alla scuola di giornalismo. I presenti si sono riuniti intorno alla stele per deporre un omaggio floreale, per “un doveroso momento di riflessione”.

Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino ucciso 80 anni fa dai fascisti
Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino ucciso 80 anni fa dai fascisti

“La libertà di stampa è una questione abilitante della democrazia - puntualizza Silvestro Ramunno, presidente regionale dell’ordine dei giornalisti -. Questo perché l’articolo 21 è per tutti, non solo per i giornalisti”.

“È significativo che questa giornata coincida con quella della Memoria, perché dobbiamo avere memoria di quanto avvenuto durante gli anni del fascismo - commenta Claudio Santini, presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dell’Emilia-Romagna e autore di un libro sul giornalista assassinato dai fascisti -. Cesarini fu vittima di una storia tragica non solo per il tempo, ma anche per le circostanze: fu fucilato a nemmeno un anno dalla Liberazione. Abbiamo spulciato negli archivi e dalla sua cartella personale abbiamo capito come la sua vita da giornalista fosse intersecata con tutti i principali avvenimenti della città di Bologna. È fondamentale avere memoria della sua figura”.

La commemorazione a Bologna di Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino fucilato dai fascisti 80 anni fa (foto Schicchi)
La commemorazione a Bologna di Ezio Cesarini, il giornalista del Carlino fucilato dai fascisti 80 anni fa (foto Schicchi)

“Cesarini è un simbolo della libertà di opinione. In nome di questa libertà spesso vengono violati i doveri della cronaca, mentre i giornalisti hanno il compito di costruire un’osservazione della realtà basata sui fatti che vanno riportati in maniera corretta così come sono accaduti - prosegue Giampiero Moscato, diretto del Master in Giornalismo dell’Alma Mater -. Sono felice di lavorare in una scuola di giornalismo perché riusciamo a fare quello che non è più possibile: accompagnare per mano i giovani giornalisti durante il percorso di praticantato. Le scuole sono un baluardo per far nascere nuovi giornalisti capaci. E sono molto contento oggi che la lapide possa essere davanti all’ingresso di una scuola come monito per le future generazioni”.

“Questo incontro non solo è un’occasione di memoria, ma anche di formazione - chiosa Paolo Maria Amadasi, presidente dell’Aser -. Cesarini per me è stato il più grande interprete dell’articolo 21 della Costituzione prima che venisse scritto. Lui si dissocia dai fascisti, perde il posto di lavoro e non riesce nemmeno a ritirare i soldi che gli spettavano. Viene così catturato e imprigionato, prima di una ‘rappresaglia esemplare’, quando venne condannato a morte e fucilato”.

L’incontro, moderato da Andrea Fontana (già giornalista del Carlino, è stato organizzato da Matteo Naccari, segretario aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana, Silvia Minelli e Nicola Bianchi, membri del direttivo Aser e dei comitati di redazione, rispettivamente, di Quotidiano.net e de il Resto del Carlino.

“A Conselice c’è il monumento simbolico per la libertà di stampa e ripeto sempre che andrebbe valorizzato - sottolinea Naccari -. Sono tanti gli esempi di censura e querele bavaglio, a Bologna c’è addirittura un avvocato che nel proprio libro dice come ‘i giornalisti non debbano scrivere niente dei processi fino alla sentenza’. Questa è censura, è un problema per la democrazia di tutti e non tanto per i giornalisti. Ecco perché il ricordo di Cesarini diventa un esempio per chi fa questo lavoro”.

“Oggi siamo qui per commemorare un omicidio, un crimine nei confronti di un uomo che non aveva fatto nulla, se non stringere una mano e dire ‘buongiorno’ - evidenzia Agnese Pini, direttrice di Qn, il Resto del Carlino, la Nazione, il Giorno e Luce -. Sostanzialmente si commenta un’ingiustizia politica di cui è vittima un giornalista. L’insegnamento che Cesarini ci lascia è chiederci come possiamo fare al meglio, oggi, il nostro mestiere. Lui lo faceva in modo straordinario, letteralmente fuori dall’ordinario, e questo lo ha portato a pagare con la vita. Questo è un mestiere fondato sulla scelta. Se la storia insegnasse davvero qualcosa, l’uomo non continuerebbe a ripetere gli stessi abomini. Ma la storia mette l’uomo in condizione di scegliere, gli ricorda di cosa è capace, e gli dona la possibilità di scegliere di non farlo e di essere altro”.

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