Festa unità Bologna 2020, Zingaretti e mascherine. "Il candidato sindaco si decide a qui"

Niente pienone alla kermesse dem aperta dal segretario nazionale. "Ma le presenze sono sempre state in crescendo dalla seconda settimana in poi"

Nicola Zingaretti ha aperto la Festa del'Unità di Bologna (foto Schicchi)

Nicola Zingaretti ha aperto la Festa del'Unità di Bologna (foto Schicchi)

Bologna, 27 agosto 2020 - La Festa dell'Unità provinciale del Pd di Bologna parte all'insegna delle campagne elettorali: per il referendum alle porte, relativo al taglio del parlamentari, delle future amministrative bolognesi. E parte nel segno di Nicola Zingaretti (foto), segretario nazionale del Pd, che da Bologna conferma l'intenzione di votare sì al referendum in linea con i Cinque Stelle, sempre più alleati, chiedendo al partito di compattarsi. "No alle polemiche e alle divisioni", è l'appello del segretario nazionale, che affronta anche il tema di un possibile accordo con il M5s per le elezioni comunali che Bologna nel 2021 "Io ho salutato positivamente il venir meno di un insensato, a mio giudizio, veto alle alleanze. Ma ogni città deciderà nella propria città".

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 Poi il segretario prosegue: "Il nemico è la destra populista, il nemico sono Meloni e Salvini, che fanno leva sulle paure della gente, ma che non risolvono i problemi. Che ci avrebbero voluto fuori dall'Europa. Quell'Europa per la quale noi abbiamo lottato e dalla quale avremo 220 miliardi sui 750 stanziati per tutti i 27 paesi della Comunità Europea. Denari con cui dobbiamo rilanciare il Paese, investendo per far ripartire il lavoro. Lavoro, sanità e scuola saranno le nostre priorità, con la scuola su tutte. E' fondamentali per i giovani e quindi per il futuro".

Futuro che, in chiave elettorale, Bologna deciderà da sè, perché il segretario non detta regole su primarie o meno, per decidere il futuro candidato sindaco: "Ogni territorio conosce la propria gente. Bologna deciderà da sola, i bolognesi decideranno il loro sindaco. Noi non caliamo dall'alto e non dettiamo leggi, non indichiamo uomini e poltrone da riempire. Il nostro modo di fare politica è differente". Altra stilettata alla destra, da parte di Zingaretti, mentre il segretario provinciale Luigi Tosiani invita l'ambiente bolognese a ricompattarsi, dopo la bufera che ha contraddistinto la vigilia, tra i post dell'assessore Claudio Mazzanti contro Briatore e le accuse dei giovani Dem di emarginazione dalla festa: "Stiamo alla larga dalle polemiche e dalle divisioni interne. Ci attendono sfide politiche importanti e dobbiamo stare vicini alla gente".

Gente che riempie la sala dibattiti, rispettando distanziamento e obbligo di mascherine. Ma la prima giornata non è un bagno di folla. "Ma è sempre così, di solito è dalla seconda settimana, una volta che si è completato il rientro dei vacanzieri, che si ha un'indicazione più precisa sull'affluenza. La festa è sempre andata in crescendo", raccontano i volontari che lavorano agli stand: "Speriamo sia così anche questa volta. E' un'edizione particolare, ma è importante esserci e ripartire".

In prima fila il sindaco Virginio Merola, i parlamentari Francesco Critelli, Andrea De Maria, Luca Rizzo Nervo, Gianluca Benamati, la sottosegretaria Francesca Puglisi e l'assessore regionale Raffaele Donini. In seconda fila, invece, diversi papabili per il ruolo di candidato sindaco: Matteo Lepore, Marco Lombardo e Alessandro Alberani siedono di fianco, Alberto Aitini poco più in là. Presente anche l'assessore Mazzanti.

Le persone rispettano, regole, file, obbligo di mascherina, prenotano i ristoranti e stanno all'aperto. Perché la festa è pensata proprio così: con ampi spazi aperti.

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