Pinacoteca di Bologna, rubato quadro del Trecento

La tavola rappresenta Sant’Ambrogio ed è di Giusto de’ Menabuoi. I carabinieri cercano il ladro nelle immagini della videosorveglianza

La polizia davanti alla Pinacoteca

La polizia davanti alla Pinacoteca

Bologna, 11 marzo 2018 – Dopo la Madonnina, hanno rubato pure Sant’Ambrogio. La tavola rappresentante il Santo, alta 29 centimetri e larga 19, attribuita a Giusto de’ Menabuoi e datata nella seconda metà del 300 è stata sottratta ieri nel primo pomeriggio dalla sala 3 della pinacoteca di via delle Belle Arti, dove si trovava dal 2003, donata dalla pittrice Bianca Arcangeli, sorella del grande storico dell’arte Francesco, tra i massimi esperti di Giorgio Morandi.

Il furto è avvenuto intorno alle 15,30: non è chiaro come sia stato messo a segno. Soltanto alle 18,30 è stata allertata la polizia: sul posto sono intervenuti la Scientifica, la Squadra mobile e le Volanti, oltre a una pattuglia dei carabinieri. La Scientifica ha lavorato fino a notte nella sala, per riuscire a repertare tracce o impronte dei ladri, oltre a visionare e acquisire i video della sorveglianza interna della pinacoteca, diretta da Elena Rossoni.

Il furto ha creato forte agitazione tra i dipendenti del museo, anche in considerazione del fatto che nella stessa sala dove era esposta la tavola rubata, ritenuta parte di un polittico conservato nel Museo Nazionale di Palazzo Reale a Pisa e raffigurante nella parte centrale la Maestà, si trova anche un polittico di Giotto e nelle altre stanze di quella che è nata nel 1808 come quadreria dell’Accademia di Belle Arti sono conservati capolavori inestimabili dei Carracci, di Guido Reni e del Guercino, tra gli altri. C’è da capire come sia stato possibile per il ladro allontanarsi con un’opera dalle dimensioni neppure troppo ridotte, senza essere notato.

La tavola, prima di essere acquisita dalla Pinacoteca, faceva parte della collezione Francesco Arcangeli. Firmata e datata, è stata probabilmente eseguita in ambito milanese: il polittico di cui faceva parte risente dell’influenza di Giovanni da Milano e mostra legami con l’elaborazione in chiave gotica e naturalistica avviata dai pittori lombardi sull’arte giottesca.

Non è quindi da escludere che si tratti di un furto su commissione e anche in questa direzione si stanno muovendo le indagini della polizia, cercando riscontri nel mondo degli appassionati d’arte medievale e degli antiquari. Importante sarà poi acquisire le immagini registrate dalla videosorveglianza della zona universitaria, dove il ladro si è dileguato senza troppe difficoltà con il Sant’Ambrogio sotto braccio.

Stamattina in Pinacoteca sono arrivati i carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale, a cui per competenza sono passate le indagini. I carabinieri, compresi investigatori giunti dal comando di Roma, hanno parlato a lungo con la direttrice Rossoni,  e poi hanno acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza, sia quelle posizionate nella galleria di accesso che quelle nelle sale, e stanno già analizzando le immagini per individuare il volto del ladro. Con tutta probabilità, alcune telecamere l'avranno inquadrato. Non però nella sala 3, la ''Sala Giotto'', in cui era esposta l'opera trafugata, perché lì c'è una sola telecamera ed è puntata sull'opera più importante e preziosa, il ''Polittico'' di Giotto. La sala è piuttosto piccola quindi il ladro, secondo una prima ricostruzione, in un momento in cui non c'erano altri visitatori avrebbe staccato la tela dal muro e l'avrebbe nascosta, forse sotto il giaccone. Il quadro era senza cornice e non era collegato a un allarme.

In Pinacoteca, aperta oggi tutto il giorno, sotto tutti sotto choc, inservienti e vertici. I carabinieri hanno già iscritto l'opera nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestito dagli stessi militari del nucleo tutela patrimonio. Le due ipotesi sul tappeto sono un furto su commissione o finalizzato a rivendere subito il quadro in un mercatino o una fiera. Non è neppure escluso che si tenti di venderlo all'estero al mercato nero.

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