REDAZIONE BOLOGNA

Gli indennizzi sospesi. Le cliniche bolognesi: "Non siamo il nemico. Disponibili al dialogo"

Averardo Orta, presidente provinciale Aiop, dopo la revoca della delibera: "Confidiamo nel nuovo incontro fissato dalla Regione il 20 agosto".

Averardo Orta è il presidente dell’Aiop Bologna

Averardo Orta è il presidente dell’Aiop Bologna

Non nascondono la forte preoccupazione le cliniche private accreditate che aderiscono ad Aiop Bologna, ma non perdono la speranza di un accordo nonostante la Regione abbia annunciato di "avere avviato il procedimento di autotutela in merito all’annullamento della delibera numero 2133 dell’11/11/2024" che riguarda gli indennizzi Covid.

"All’interno dell’Aiop c’è molta preoccupazione sia per gli investimenti che sono stati fatti, sia per la sostenibilità generale del sistema – commenta Averardo Orta, presidente di Aiop Bologna (Associazione italiana ospedalità privata, ndr) –. Culturalmente, però, gli operatori del sistema bolognese si sentono parte integrante del sistema sanitario regionale. Per cui tutti cerchiamo di prendere quel che viene, ma continuando a dare il miglior servizio ai pazienti che arrivano da noi. C’è la ferma volontà di andare avanti, nonostante una situazione inedita".

Il presidente Orta non nasconde di "trovarsi di fronte a un conflitto che non c’è mai stato a questo livello. Quello che si vuole rivendicare è un ruolo di partnership che non significa sostituirsi all’amministrazione che fa la programmazione sanitaria, i controlli, le regole, le tariffe, i budget – afferma –. Però il ruolo di fornitore per cui oggi si dice compro questi determinati servizi, poi domani viene annunciato che non si ha bisogno di nulla. Poi viene di nuovo richiesto un intervento al cuore, una protesi d’anca o un massaggio, è uno scenario che non solo avvilisce il nostro comparto, ma impedisce anche lo sviluppo. E che fa, secondo il nostro parere, un salto nel passato per quanto riguarda i rapporti tra Aiop e Regione: questa discontinuità e questo approccio sono arrivati come un fulmine a ciel sereno – ammette –. Mai avremmo immaginato che il lavoro e la tanta strada fatta insieme arrivasse a una frizione così dura".

L’augurio del presidente Orta che si fa portavoce della preoccupazione generale è "che si tratti di una incomprensione, e che prevalga la necessità di trovare un modo di dialogare in modo produttivo e si mantenga una visione di collaborazione con il comparto accreditato".

Il presidente Orta non nasconde però il timore di come possa "svilupparsi la situazione se su ogni argomento si va avanti a colpi di delibere o annullamento di queste".

Una nuova riunione, nonostante la decisione della Regione, è stata fissata il 20 agosto: "Noi siamo imprenditori responsabili, non facciamo parte di una imprenditoria rapace e speculativa che si muove semplicemente per la massimizzazione del profitto – dichiara Orta –. E chi dice che non sia così sostiene una narrazione falsa, ideologica e pericolosa perché individua un nemico dove, invece, c’è un amico. Questo il punto più importante e il rischio di questo conflitto è che arrivi veramente qualcuno non ha sposato affatto l’interesse pubblico. Quindi – prosegue – se ci chiama la nostra Regione noi andiamo e andremo sempre. Parteciperemo a qualunque iniziativa di dialogo, condivisione, di confronto: questo non è in discussione e non lo sarà nemmeno nel futuro. Finché le nostre aziende sono in grado di sopravvivere manterremo la linea che è stata tracciata negli ultimi trent’anni in questa regione: collaborazione, partnership e una visione comune della sanità pubblica".

Monica Raschi