Green pass Bologna, rilascio in ritardo con i test negativi nei centri privati

La comunicazione tra laboratori privati accreditati e sistema sanitario complica la presa in carico. La Regione: "Va usato il portale dedicato"

Fila per i tamponi alla farmacia comunale di Bologna

Fila per i tamponi alla farmacia comunale di Bologna

Bologna, 19 gennaio 2022 -  Che fine hanno fatto i Super Green pass? A chiederselo sono soprattutto le migliaia di persone che, dopo essere guariti dal virus, da giorni attendono l’arrivo del certificato verde a seguito di tampone d’uscita negativo.

Attendono invano in alcuni casi, frenati dalla sovrabbondanza di problematiche analoghe alla loro o dai lunghi passaggi che rimbalzano dalle Ausl fino al Ministero della Salute e ritorno.

"Guarito due volte, ma la carta verde non arriva"

Un problema questo che sembra avere, in molti dei casi rimasti nel limbo verde, come comune denominatore chi ha eseguito il test in centri privati convenzionati. A chiedersi poi che fine abbiano fatto questi Green pass, o meglio, a chiederlo alla Regione, è anche la consigliera Valentina Castaldini, che lunedì ha presentato un’interrogazione in cui denuncia un "cono d’ombra" che aleggia sui test eseguiti in centri privati convenzionati, in quanto "i positivi non vengono presi in carico dall’Ausl e, quando guariscono, nessuno certifica la loro malattia e non è possibile ottenere il Green pass rafforzato".

La consigliera forzista ha infatti raccolto anche 17 ’casi’ di persone che hanno incontrato difficoltà nell’ottenere il certificato al termine della malattia. Di questi "sono 6 i casi legati a tamponi eseguiti nei centri privati e per cui, una volta sottoposti all’attenzione dell’Ausl, ci è stato detto che la responsabilità per i ritardi sia probabilmente dei centri privati, ponendo l’accento sul fatto che questi devono essere più meticolosi nelle procedure di comunicazione", riferisce la consigliera.

Su questo specifico canale di recepimento degli esiti dei tamponi da parte del sistema sanitario, la Regione fa quindi chiarezza e scandisce: "Come da circolare regionale, che recepisce le indicazioni ministeriali, i laboratori accreditati, oltre ad utilizzare l’attuale integrazione che permette di rilasciare il documento del referto sul fascicolo sanitario elettronico del cittadino, devono utilizzare anche il Portale Sistema tessera sanitaria (un applicativo online) inserendo anche i dati anagrafici e dei test. Quindi, per consentire l’emissione del Green pass, è necessario utilizzare sempre il modulo di inserimento dei tamponi molecolari presente nel Portale SistemaTS.

Per poter accedere al sistema è necessario che i laboratori abbiano le credenziali d’accesso e che abbiano sottoscritto l’adesione al protocollo d’intesa valido sia per gli antigenici che per i molecolari".

Linee guida che però, di fatto, aprono fin troppo le porte a eventuali errori di trasmissione, errori di recepimento, senza poter scaricare responsabilità su un solo elemento della catena. Perciò la Castaldini conclude: "serve una delibera ad hoc, che assimili i centri privati alle farmacie e che così snellisca la trasmissione corretta e la presa in carico dei positivi lì registrati".  

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