Hub Bologna, Salvini: "Struttura simile a una stalla, siamo passati dalle parole ai fatti"

Il ministro dell'Interno interviene sulla chiusura della struttura di via Mattei: "Lì si faceva business, i 'buonisti a pagamento' facevano finta di non vedere"

Immigrati se ne vanno dall'hub di via Mattei, nel riquadro Matteo Salvini

Immigrati se ne vanno dall'hub di via Mattei, nel riquadro Matteo Salvini

Bologna, 12 giugno 2019 -  "Passiamo dalle parole ai fatti: basta con le maxi strutture piene di immigrati, costose, spesso degradate e dove non si fa integrazione ma solo business. Mi chiedo come fosse possibile che i tanti buonisti impegnati (a pagamento) nell'accoglienza non si accorgessero che la struttura fosse più simile a una stalla che a un centro dove ospitare anche donne e bambini". Questo il commento del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla chiusura temporanea dell'hub di via Mattei, avvenuta martedì tra le proteste per consentire di svolgere una serie di lavori di manutenzione.

Migration

La giornata di martedì all’Hub di via Mattei è iniziata prestissimo, alle 8 e poco più, con il presidio annunciato dalla Cgil e dai manifestanti in attesa di capire il futuro dei 170 ospiti della struttura, dopo la decisione della prefettura di svuotarla per «urgenti lavori di ristrutturazione». In uno scenario ancora poco chiaro, i migranti hanno così cominciato a riversarsi in strada, sotto al sole, dove hanno trovato assistenti legali, operatori sociosanitari e volontari pronti ai consigli sul da farsi. Altri hanno lasciato la struttura senza aspettare i pullman.

Dei 170 migranti, solo una ventina ha acconsentito al trasferimento in un’altra struttura a Caltanissetta. Almeno cinquanta, invece – quelli in una situazione di «particolare vulnerabilità» –, avevano cominciato il proprio trasloco già nella nottata verso altri centri della regione già disposti ad accoglierli.

Alla fine si è arrivati alla conclusione che l’arcidiocesi accoglierà 23 persone che troveranno una nuova casa nelle diverse parrocchie dell’arcidiocesi. Ieri sera hanno cenato e riposato all’eremo di Ronzano e oggi hanno pranzato insieme, poi ci saranno le prime partenze per le diverse destinazioni. Zuppi ha già ricevuto l’adesione di alcuni parroci e conta di poter sistemare solo una famiglia di migranti in ogni comunità, il tutto per rendere più snella, più efficace e anche meno faticosa l’integrazione che in questi anni strutture come gli hub non sono riusciti a raggiumgere.

E dal Viminale vengono diffuse alcune foto per dimostrare che nell'hub di via Mattei non c'era "nessuna possibilita' di integrazione", oltre a "condizioni igieniche indecenti, problemi strutturali e difformità tra i fondi pubblici incassati e i servizi garantiti". E questi, afferma il ministero, sono solo "alcuni dei motivi che hanno reso necessaria la chiusura dell'hub di Bologna".

Quanto agli ospiti del centro, dal Viminale scrivono che "ieri sono state trasferite 157 persone", aggiungendo che "tutte hanno avuto una sistemazione consona e dignitosa, in particolare i vulnerabili". Ora, annuncia il dicastero guidato dal leader leghista, "partiranno i lavori per rendere la struttura idonea a ospitare persone, con l'obiettivo di trasformarla in un centro di accoglienza straordinaria".

Un progetto "reso possibile grazie al drastico calo degli sbarchi", prosegue il ministero, che conclude facendo sapere che "a breve ci saranno i nuovi bandi, a cui le cooperative eventualmente interessate all'accoglienza potranno partecipare a costi inferiori". Da parte sua, Salvini rivendica di aver chiuso l'hub bolognese "dopo i grandi centri veneti di Cona e Bagnoli e quello di Castelnuovo di Porto", e annuncia che "a breve svuoteremo Mineo".  

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