
"Ieri sera, alle porte di Oliveto, ce n’era un branco con 36 esemplari. Poi è arrivato il lupo, e si sono dispersi...". Nicolas Astuzzi ha 29 anni, ha deciso di lavorare nell’azienda agricola di famiglia, in questi giorni è impegnato nella battitura del grano e nella fienagione. E non passa giorno senza che debba fare i conti con i danni che la fauna selvatica arreca alle colture e ai raccolti: "Qui nella medica le ‘rugate’ dei cinghiali sollevano la terra che non può finire nell’alimentazione delle mucche da Parmigiano. Nel primo taglio è stata durissima. Nel grano poi quando si miete si vedono tutti danni fatti ancora dai cinghiali. C’è davvero da scoraggiarsi. I risarcimenti non arrivano o sono insufficienti, e per il controllo a questo punto dobbiamo affidarci al lupo?", domanda con il sarcasmo che deriva dall’insufficienza delle azioni delle autorità preposte ai piani di selezione.
Ed è su questo tema che arriva la dichiarazione perentoria di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna: "Serve una soluzione immediata: le aziende agricole di una vasta area che va dalla Valsamoggia ai territori della montagna occidentale sono sempre più esposte ai danni da fauna selvatica". Un tema messo all’attenzione diretta dell’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi: "La situazione è inaccettabile, considerata anche la fragilità economica delle attività agricole dei territori collinari e montani". In particolare sofferenza i territori sui quali è competente l’Atc Bo3 (l’ambito territoriale di caccia impegnato nell’area), attualmente in una fase di stallo che – segnala Confagricoltura Bologna – con la conseguente mancata gestione faunistico-venatoria del territorio. "Un’inattività che deve terminare nel più breve tempo possibile", aggiunge Garagnani che chiede alla Regione di prendere provvedimenti anche perché a causa dello scenario attuale "le stesse indicazioni del piano faunistico regionale, da noi condivise, vengono fortemente messe a rischio e disattese, col risultato di una presenza abnorme di cinghiali nei campi".
Gabriele Mignardi