Insulti razzisti, le scuse del Real: "Giocatore sospeso, basta gogna"

Il dirigente del Basca condanna il gesto antisportivo del suo calciatore: "Gesto inaccettabile, il ragazzo è dispiaciuto". Il caso passa alla Procura Federale

Jorginho e Morata inginocchiati in omaggio al movimento  ‘Black lives matters’

Jorginho e Morata inginocchiati in omaggio al movimento ‘Black lives matters’

Bologna, 1 dicembre 2021 - Mancavano 20 minuti alla fine dei tempi regolamentari di Saragozza-Real Basca, dodicesima giornata del Girone A di Terza Categoria, quando i padroni di casa hanno abbandonato il campo per l’insulto rivolto a un loro giocatore di origini marocchine, ma nato in Italia, con la conseguente sconfitta a tavolino (per l’ufficialità si attende il verdetto del Giudice Sportivo). Negli ultimi due giorni non si è parlato d’altro, con i tanti attestati di solidarietà ricevuti dal 30enne del Saragozza e il Real Basca finito ai (dis)onori della cronaca per un disdicevole episodio che con lo sport non ha nulla a che fare.

Sarà la Procura Federale a occuparsi del caso. Il giudice sportivo, che poteva decidere la sconfitta a tavolino del Saragozza,"letti gli atti ufficiali, valutata la necessità di acquisire ulteriori elementi al fine di valutare e omologare la gara, trasmette gli atti alla Procura Federale per ulteriori accertamenti". 

Oggi a parlare è Fulvio Poggi, presidente del Basca 2002, in prima linea con la figlia Giada Poggi e la moglie Liliana Gozza, rispettivamente presidente e vice-presidente del Real.

Poggi, questo non è il modo in cui si aspettava si parlasse del Real Basca. Cos’è capitato domenica scorsa? "Premetto che non eravamo presenti e che l’evento ci è stato raccontato dai dirigenti a bordo campo. Condanno con fermezza l’accaduto, si tratta di un episodio spiacevolissimo. Il nostro tesserato ha pronunciato parole che non si dovrebbero mai dire e mi scuso a nome di tutta la società. D’altro canto ora è scoppiato un caso mediatico, non giustifico l’accaduto, ma penso che tutto vada contestualizzato".

In che senso? "Non siamo una squadra di razzisti e non lo è il ragazzo. E’ un 20enne a modo, non capisco cosa gli sia preso. Ripeto, non voglio in alcun modo giustificarlo. E’ albanese e credo sappia bene cosa vuol dire essere discriminati. Ci sono giovani stranieri nella squadra, uno di questi si è risentito e non voleva più allenarsi. L’ho convinto a rimanere. Il giocatore che ha pronunciato la frase verrà sospeso, valuteremo poi se allungare i tempi e quali provvedimenti aggiuntivi prendere. Ma mi piacerebbe sottolineare che molti dei nostri volevano interrompere la partita e hanno espresso solidarietà al giocatore del Saragozza".

Ha parlato con il loro presidente? "Non ancora, ci sentiremo nelle prossime ore. Oggi sarà emessa la sentenza del Giudice che - a meno di sorprese - referterà la loro sconfitta a tavolino. Non è possibile che la partita finisca in questo modo. Scriverò alla Federazione per chiedere di rigiocare il match. E’ giusto così. Se non sarà possibile, organizzeremo un’amichevole con il Saragozza per dare un calcio al razzismo, o faremo un’iniziativa di sensibilizzazione. Anche in questo caso mi confronterò con il loro presidente e prenderemo una decisione insieme".

Come affronterete la prossima partita? "La dirigenza del Real ha individuato un nuovo allenatore dopo l’esonero di Alvisi di qualche giorno fa (prima del match con il Saragozza). Il nuovo arrivato è Eugenio Lanfranchi. Parlerò anche io con la squadra, il gruppo viene prima di tutto e bisogna saper gestire questo tipo di situazioni. La sospensione del giocatore sarà il primo segnale forte per cercare di lasciarsi tutto alle spalle nel più breve tempo possibile ma vorrei che allo stesso tempo finisca la gogna mediatica per il nostro ragazzo. Mi hanno chiesto il suo numero, volevano parlarci. Il razzismo è una malattia dilagante della nostra società, ma puntando il dito contro qualcuno senza fare nulla non si risolve il problema. Lui ha creato la situazione e se ne farà carico perché ha l’età per capire la gravità del suo gesto, ma non per questo va criminalizzato. Si scuserà di persona e metterà fine a tutto in modo che si possa tornare a parlare di calcio".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro