NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Suviana, la centrale sott’acqua. Sub pronti a immergersi per salvare la banca dati

Intervento unico nel suo genere per recuperare un hardware sommerso. I vigili del fuoco stanno aspettando il nulla osta dalla Procura

Suviana, la centrale sott’acqua. Sub pronti a immergersi per salvare la banca dati

Bologna, 8 aprile 2025 – L’acqua dentro la centrale di Bargi è ferma. I piani interrati sono ancora sommersi, si arriva soltanto al - 5. Sotto, come in un acquario, è custodito quel che resta della turbina: quello che l’esplosione prima, il fuoco poi, hanno risparmiato. Il livello dell’acqua non sale e non scende, in un perfetto equilibrio tenuto costante: "L’impianto di svuotamento ha lavorato a pieno regime fino al 26 settembre – spiegano da Enel –, poi ci è stato chiesto di interrompere".

La centrale sott’acqua. Sub pronti a immergersi per salvare la banca dati
I vigili del fuoco durante una delle immersioni nel pozzo della centrale

Uno stop necessario a salvaguardare una componente hardware che memorizza dati e che si trova proprio al piano - 6: una sorta di ‘scatola nera’ che deve essere tirata fuori. Ma non si può fare ‘all’asciutto’: dopo un anno in acqua, il rischio è che si possa ossidare e che ciò che contiene venga inesorabilmente danneggiato. Dunque, dovranno immergersi ancora i sommozzatori dei vigili del fuoco. Un intervento delicatissimo e anche rischioso, unico nel suo genere, viste le condizioni del pozzo, "che abbiamo pianificato nel dettaglio", come precisa il comandante provinciale dei vigili del fuoco Mauro Caciolai.

I pompieri aspettano il nulla osta della Procura, che potrebbe arrivare a giorni, per entrare in azione. "L’intervento è molto complesso", dice ancora Caciolai. In sostanza, una volta tirata fuori in sicurezza la componente deperibile, l’impianto per lo svuotamento potrà di nuovo entrare in azione. Fino al piano -8. Dove si trova un altro sistema simile, anche quello da recuperare. E non è escluso, come aggiunge il comandante dei vigili del fuoco, che una volta svuotati dall’acqua i piani "gli scenari possano cambiare di nuovo e possano aggiungersi ulteriori accertamenti chiesti dai periti da mettere in campo". Insomma, una situazione in divenire, ben lontana da una soluzione.

Intanto, in questi mesi di stop, Enel ha provveduto a installare dei sensori per monitorare la qualità dell’aria all’interno dell’impianto, le cui rilevazioni sono state inviate ad Arpae, Ausl e vigili del fuoco. Contestualmente, Enel ha anche "provveduto alla bonifica delle aree adesso accessibili del sito e all’installazione di impianti di illuminazione". Un lavoro propedeutico all’ingresso in sicurezza di inquirenti e ai periti nominati dalla Procura per fare luce sulle cause che hanno portato alla tragedia.

L’indagine, al momento senza indagati, è per disastro e omicidio colposo plurimo. Sei le ipotesi al vaglio dei periti: la rottura di un componente dell’alternatore, per il forte stress del test, che avrebbe bloccato l’albero sotto il rotore; la cavitazione che potrebbe aver portato alla rottura di una pala; un cuscinetto malfunzionate; un’anomalia nella chiusura della valvola rotativa o nella chiusura del distributore; o, ancora, variazioni di pressione a elevata frequenza.