La vita ’segreta’ di Andrea Emiliani e l’indagine sul contemporaneo

In mostra da martedì nella Sala delle Colonne di Emil Banca un’esposizione di quadri, sculture e incisioni. Uno sguardo laterale sugli artisti che amava e interrogava, da Cuniberti a Pozzati, fino a Sartelli.

La vita ’segreta’ di Andrea Emiliani e l’indagine sul contemporaneo

La vita ’segreta’ di Andrea Emiliani e l’indagine sul contemporaneo

Una mostra dedicata ad Andrea Emiliani. O meglio, al ’Contemporaneo di Andrea Emiliani’. Che fu, è noto, tra i più grandi soprintendenti per i beni artistici e storici del nostro territorio (padre dell’Ibc), come pure studioso del Cinquecento e del Barocco e promotore di mostre di fondamentale importanza per la nostra storia dell’arte. Ora però Beatrice Buscaroli e Bruno Bandini puntano l’attenzione su un aspetto forse meno indagato della sua personalità: l’interesse per i dubbi e i fermenti dell’arte contemporanea. La mostra, che apre i battenti martedì alle 17,30 nella Sala delle Colonne di Emil Banca (via Mazzini 152) propone infatti una ventina di opere tra quadri, sculture e incisioni di una dozzina di artisti, tra cui Sartelli, De Vita, Bendini, Cuniberti, Arrighi, Pozzati e Nanni. Aperta fino al 31 ottobre (lunedì-venerdì dalle 9 alle 17) svela uno sguardo laterale, in qualche modo ’vicino’, al mondo di Andrea Emliani e ai tanti artisti che ha frequentato, studiato, interrogato.

"Emiliani – spiega Beatrice Buscaroli – ha tante vite. Ha definito un originale e operativo concetto di ’bene culturale’ ispirato al precetto di ’conoscere per governare’ che è stato alla base della nascita dell’Istituto dei Beni artistici, culturali e naturali sorto nel 1974; è stato un raffinato studioso del ’500 e ’600 bolognese e urbinate, ha realizzato esposizioni fondamentali per la comprensione della scuola bolognese e dei suoi rapporti con la cultura italiana ed europea; ha saputo orientare un’idea sul ruolo ’sociale’ del museo. Poi c’è una ’vita’ (per niente nascosta) che Emiliani ha vissuto, con passione, competenza, ironia, nella temperie artistica che a Bologna si è manifestata dagli anni Cinquanta. Vicino a Francesco Arcangeli, anche fisicamente, ma a contatto diretto con l’universo degli artisti che lo hanno sedotto; a cominciare dalla vicinanza quasi studentesca con l’elegante Luciano De Vita (il primo ad aggiudicarsi un impiego fisso, statale, del quale amava i cappotti a doppio petto, ma soprattutto la rara ammirazione che gli tributava Giorgio Morandi). Poi con l’irregolare Vasco Bendini, raro esempio di artista che sfugge al magistero di Morandi – è allievo di Virgilio Guidi – e che si sente a disagio nella camicia di Nesso degli ’ultimi naturalisti’ arcangeliani; e ancora nell’autodidatta Germano Sartelli, che cerca di conferire agli ’scarti’ della natura una seconda vita. Emiliani – prosegue ancora Buscaroli – che abbiamo accompagnato nei tanti pranzi del mercoledì, bevendo acqua ghiacciata con tanto limone, e assaporando spaghetti con le sarde o tagliatelle scarsamente condite, ricordava con piacere quegli anni ricchi di scoperte e di incontri. Scoperte e incontri che non si sono dissolti nel momento in cui le sue qualità lo hanno portato ad essere Soprintendente o direttore della Pinacoteca. L’attenzione sua nei confronti delle vicende dell’arte contemporanea è proseguita, imperterrita e appassionata. Questa mostra altro non è che un primo approccio teso a investigare l’ampiezza della “curiosità” di Andrea Emiliani. È una mostra sulla ricchezza della vita “investigativa” di Emiliani. Un avvicinamento necessario e pieno di sorprese".

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