Les Copains, missione salva-archivio: via alla verifica della Soprintendenza

La valutazione del patrimonio fotografico e storico della casa di moda sarà a metà settembre. La sottosegretaria alla Cultura Borgonzoni: "La storia di ogni azienda è una ricchezza da salvaguardare"

Le lunghe file a luglio davanti all’azienda per la messa all’asta di Les Copains

Le lunghe file a luglio davanti all’azienda per la messa all’asta di Les Copains

Bologna, 30 agosto 2022 - Il fallimento a marzo scorso e oltre 6mila capi d’abbigliamento all’asta, con tante bolognesi in fila per comprare un pantalone o una maglietta a prezzi stracciati.

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Les Copains, storico marchio di moda bolognese fondata da Mario Bandiera 70 anni fa, a fine luglio è stata venduta all’asta da Ovs, catena di abbligliamento quotata in Borsa, che ha rilevato il marchio per 1,4 milioni di euro (ma non ha acquistato il lotto coi macchinari e i 25 dipendenti). Marchio che dal 2019 era di proprietà di Super srl, della famiglia Zambelli. Ma neanche il passaggio di proprietà è servito ad arrestare il declino della casa di moda. A questo punto, però, finiti i fasti made in Bo, resta una speranza. Salvare gli archivi della storica maison.

Da qui, l’attivismo della sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni. Che, dopo l’appello arrivato anche da due ex dipendenti per non dimenticare la storia del marchio, ha deciso di approfondire il ’caso’ Les Copains. Risultato: dal ministero è stato dato mandato ad approfondire. Lo conferma la stessa sottosegretaria: "In accordo con la curatrice fallimentare, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia Romagna, a metà settembre, verificherà l’eventuale sussistenza dei requisiti che attestino il valore culturale del patrimonio degli archivi e quello fotografico del marchio bolognese Les Copains".

Il motivo è presto detto: "La storia di ogni azienda è una ricchezza da salvaguardare", dice l’esponente leghista.

Ma che cosa si potrebbe salvare della storica casa di moda, famosa per ascese e declini?

Le campagne fotografiche e i teli di maglia coi punti anni 70, ad esempio. O, magari, bozzetti particolari o qualche corrispondenza che potrebbe avere qualche interesse.

A metà settembre sapremo se e quanto potrebbe valere l’archivio della storica maison che, negli anni Ottanta e Novanta, ebbe la sua rinascita. Un rilancio che ha come simbolo il mini pull indossato da Ambra Angiolini e colleghe nello storico programma ’Non è la Rai’ di Gianni Boncompagni. Intanto, resta incerta la sorte delle 25 dipendenti dell’azienda. Le lavoratrici sono in cassa integrazione fino al termine del 2022 e sebbene i sindacati sperino che la stessa Ovs garantisca un posto di lavoro alle dipendenti, al momento non sono arrivate novità, come confermato anche ieri da Eros Bolognesi di Filctem-Cgil.

L’unica certezza, per ora, è che il ministero ha dato il via libera alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna, in accordo con la curatela fallimentare, per la missione salva-archivio.

 

 

 

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