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Bologna, 3 luglio 2022 - Un destino, tragico e comune. Quella di ieri, sui monti della Sega di Ala, in Trentino, doveva essere una commemorazione per ricordare un amico scomparso tragicamente nel 2018, Matteo Pancaldi, originario di Spilamberto, ma trapiantato a Bologna. E invece, quattro anni dopo, quelle montagne tanto amate dagli appassionati di sport estremi hanno strappato un’altra vita: quella di Mustafa Kia, fotografo e videomaker 36enne bolognese di origine afghana, che conosceva bene l’atleta equilibrista scomparso tanto tragicamente. Ieri, Mustafa era al campeggio alla Sega di Ala con una cinquantina di altri ragazzi provenienti da tutta Europa, ma soprattutto da Bologna, per una festa in ricordo Pancaldi, che qui aveva perso la vita praticando slack-line, una camminata sul filo appesi sul vuoto, assicurati da una corda. La tragedia, quasi in fotocopia, di Mustafa è avvenuta nel tardo pomeriggio alla Valle della Morte, nei pressi dei Busoni, sul secondo dei Denti della Sega di Ala. Mustafa era sospeso sulla valle, milleduecento metri sopra Borghetto di Avio, e stava facendo il ‘pendolo’, come si dice in gergo, quando qualcosa è andato storto. La sua corda forse era troppo lunga: circa settanta metri. Tanto che quando il ragazzo si è lanciato per oscillare nel vuoto è rimasto impigliato nella fune, finendo per schiantarsi sulla parete rocciosa. Gli amici hanno subito lanciato l’allarme e in quella montagna è intervenuto il soccorso alpino. Quando il medico rianimatore ha raggiunto il 36enne, al termine di un’operazione di soccorso complicatissima, non c’era più nulla da fare. Prima dell’arrivo dell’elicottero, anche un compagno della vittima aveva provato a calarsi con la corda per raggiungerlo: anche lui è stato recuperato dal personale dell’elisoccorso. Il corpo di Mustafa, in serata, è stato trasportato alla chiesa della Pieve di Ala, in attesa del nulla osta dell’autorità giudiziaria. Il fotografo ...
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