Bologna, ragazzo morto di overdose. Pusher indagato

Mdma e ketamina acquistate durante una serata in zona universitaria. Caccia ad altri venditori di droga

I soccorsi sotto l’abitazione in via Zamboni

I soccorsi sotto l’abitazione in via Zamboni

Bologna, 6 marzo 2019 - Spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Sono le ipotesi per le quali la procura ha iscritto nel registro degli indagati un giovane studente universitario che, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe venduto almeno parte del mix di droghe che si pensa sia stato fatale ad Andrea Silvio Rocchetto, calabrese di 28 anni. Rocchetto è morto il 10 febbraio, in un appartamento di via Zamboni 62 dove era ospite di amici, studenti fuorisede all’università. Dalle prime risultanze investigative raccolte sentendo i testimoni, era emerso che il giovane ed altri avevano assunto droghe nelle ore precedenti il malore.

Da subito il lavoro dei carabinieri si era concentrato sulla ricerca dei pusher, mentre i consulenti della procura e della famiglia del ragazzo, assistita dall’avvocato Ercole Cavarretta, hanno cercato di stabilire di quale mix di droghe si stia parlando e cosa abbia davvero provocato la morte del 28enne. La consulenza tossicologica e i risultati dell’autopsia devono ancora essere depositati, ma la pista delle sommarie informazioni acquisite ha subito instradato i carabinieri, coordinati dal pm Bruno Fedeli, sul mix di droghe e quindi sulla posizione da vagliare di più persone. Nel giro di poco gli investigatori sono riusciti a risalire alla persona – uno studente universitario italiano – che il giorno prima avrebbe venduto direttamente a Rocchetto la ketamina, consumata poi insieme con altri amici. L’indagato non è uno degli inquilini della casa dove era ospite il 28enne, ma un soggetto conosciuto da alcuni componenti della compagnia di Rocchetto. A casa dello studente, nel corso della perquisizione, i carabinieri avrebbero trovato anche una modesta quantità della stessa sostanza, che si ipotizza però non sia stata sufficiente da sola a causare la morte del ragazzo. La pista più plausibile, in attesa della conferma dei tossicologici, è che Andrea avesse assunto un mix di droghe, come ketamina ed eroina. Per questo non è escluso che a breve il numero degli indagati possa aumentare.

I militari della stazione Bologna, subito quel 10 febbraio, avevano perquisito l’abitazione di via Zamboni dove il 28enne si era sentito male, senza trovare droghe, e sentito a lungo i ragazzi presenti, in tutto otto persone. Quattro sarebbero risultate subito estranee ai fatti, non avendo preso parte alla serata. Dai loro racconti, infatti, si era scoperto che Rocchetto, assieme ad altri tre, aveva trascorso la serata prima tra piazza Verdi e le strade della movida universitaria e poi in casa. Dove, stando a quanto emerso, il ventottenne avrebbe assunto Mdma e ketamina, acquistate poco prima in zona universitaria.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro