Omicidio di Castel San Pietro, il dna del nigeriano sul corpo dell'imprenditore

Convalidato dal gip il fermo di Desmond Newthing. Gli esami del Ris lo inchiodano

Desmond Newthing, fermato per l'omicidio di Castel San Pietro

Desmond Newthing, fermato per l'omicidio di Castel San Pietro

Bologna, 16 gennaio 2017 – E’ di Desmond Newthing, il nigeriano di 25 anni arrestato per l’omicidio dell’imprenditore 76enne Lanfranco Chiarini, il sangue trovato nella villa del delitto a Palesio di Castel San Pietro. Oggi è infatti arrivata ai carabinieri del Reparto operativo di Bologna la relazione preliminare dei Ris di Parma che hanno repertato e analizzato le tracce di sangue trovate sulla scena del crimine e l’esito non lascia alcun dubbio: il dna trovato sul corpo di Chiarini, nella sua stanza da letto e in bagno è di Desmond Newthing. I Ris hanno trovato 10 tracce ben definite di Chiarini e 15 del nigeriano; in alcuni casi erano mischiate ma che i tecnici del Ris sono riusciti a separare i due dna in modo molto chiaro. Per i carabinieri del Reparto di investigazioni scientifiche c’è «compatibilità totale» con il sangue di Desmond e la possibilità di un dna uguale è di una su 10-11 milioni. Il nigeriano si era infatti ferito nella villa e ora il cerchio è dunque chiuso, ormai ci sono ben pochi margini di difesa.

Oggi, intanto, il gip ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere per Newthing. Allo straniero, richiedente asilo, è contestato dal pm Antonella Scandellari l’omicidio aggravato dai futili motivi e dalla brutalità: 30 le coltellate inferte tra le braccia, la spalla e la base del collo della vittima, come emerso dall’autopsia. La sera del delitto ci sarebbe stato un rapporto sessuale tra i due, poi una lite di cui non è ancora chiaro il motivo.

«Il mio assistito Desmond Newthing non è apparso nella condizione psicologica di rispondere, durante il colloquio era gravemente turbato dalla situazione e in stato confusionale; mi ha parlato di violenze subite in Nigeria perché omosessuale, piangendo. Si è dunque avvalso della facoltà di non rispondere», spiega il suo avvocato Andrea Speranzoni. «Per meglio comprendere la sua condizione psicologica - aggiunge - ho nominato come consulente di parte il professor Lino Rossi dell’Università Pontificia di Roma, docente di psicologia, criminologia e psicoterapeuta. Credo ad oggi che, anche alla luce del provvedimento cautelare, che vada rimarcata la presunzione d’innocenza del giovane Desmond Newthing».

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