Omicidio Minerbio, travolge e uccide il collega. Il testimone: "Ha tentato di colpirmi"

Younes Kanar: "Quell'uomo aveva una rabbia indescrivibile nei nostri confronti"

Nei riquadri a sinistra la vittima Rachid Nfir e a destra Rocco Giulio Capria, arrestato

Nei riquadri a sinistra la vittima Rachid Nfir e a destra Rocco Giulio Capria, arrestato

Minerbio (Bologna), 28 settembre 2019  - Un piccolo screzio. Dalle conseguenze mortali. Ci sono rancori meschini e liti meno che futili dietro l’omicidio di Rachid Nfir (VIDEO), camionista marocchino di 47 anni, ucciso ieri mattina nel piazzale dello zuccherificio di Minerbio, investito dal tir condotto da un collega. Una manovra volontaria, come credono i carabinieri e la Procura, che ieri hanno fermato, per omicidio volontario, Rocco Giulio Capria, camionista di 51 anni, calabrese. Sia l’assassino che la vittima, che è padre di tre bimbi piccoli, provengono dalla Calabria e, per il periodo estivo, avevano trovato lavoro come autotrasportatori di barbabietole in due ditte distinte.

"Si voleva vendicare, perché secondo lui, il mio collega lo aveva costretto ad allargarsi con il camion, fino a colpire un ramo di un albero. È successo quando si sono incrociati con i loro mezzi pesanti, a Maddalena di Cazzano di Budrio. Dopo aver investito e ucciso il mio amico, ha tentato di colpirmi con un tubo di ferro, ma sono riuscito scappare".

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È in lacrime, seduto sulla rientranza di una gomma di un camion, Younes Kanar, 33 anni, marocchino, residente a Cittanova in Calabria, mentre racconta la sua versione dei fatti. Era con Rachid Nfir quando è stato investito dal camion di Rocco Giulio Capria. "Ce l’aveva con noi, anche se non gli abbiamo fatto niente – sbotta –. Tutte le volte che ci vedeva nel piazzale tentava di prenderci sotto. Dopo l’episodio accaduto a Maddalena Cazzano, ci odiava ancora di più". La situazione è precipitata il giorno dopo: "Ieri ci ha incrociato, sempre a Maddalena di Cazzano, ed è tornato indietro per inseguirci. Quando ci ha visto nel piazzale dello zuccherificio di Minerbio si è diretto contro il mio amico e lo ha ucciso. Aveva una rabbia indescrivibile nei nostri confronti".

Il motivo di tanta acredine non è chiaro: "Davvero non capisco – prosegue Kanar – perché tutta questa cattiveria nei nostri confronti?". E smentisce che Capria tentasse di difendersi da lui e Nfir: "Ha detto che volevamo colpirlo? È tutto falso. Non è vero che volevamo aggredirlo con una mazzetta da muratore. Lui voleva farci del male e ha ucciso il mio amico, che ha tre figli piccoli. Rachid era una persona buona e qui, nel piazzale dello zuccherificio di Minerbio, lo conoscevano tutti. Nessuno può parlarne male". 

AGGIORNAMENTO Il camionista resta in carcere

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