Passante Bologna, il Governo pressa Autostrade

Nuovo summit domani: prove d’intesa sulla mini alternativa meno costosa

Una protesta contro il Passante

Una protesta contro il Passante

Bologna, 30 gennaio 2019 - È l’ipotesi di progetto meno impattante e più corta, che prevede una viabilità di servizio di circa 9 chilometri tra l’Arcoveggio e San Donato, quella su cui lo staff del ministro Toninelli batterà e su cui potrebbe essere trovata la mediazione definitiva domani, nel corso del nuovo incontro tecnico per l’alternativa al Passante di Bologna. Da convincere c’è Autostrade, che la settimana scorsa all’ultimo summit aveva riproposto un allargamento molto simile a quello del Passante originale. Rimpallo non piaciuto ai tecnici del ministero dei Trasporti, che hanno fatto presente ad Aspi – di nuovo – come fosse necessario un approfondimento tecnico sulle tre alternative.

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Un approfondimento che portasse a una delle tre soluzione e non che aprisse un fronte nuovo di zecca. Proprio per questo il ministero si aspetta di avere il via libera domani a una delle tre strade. Si spera di dare una sterzata al dossier e si spinge sulla cosiddetta ipotesi ‘2’, quella più economica (160 milioni di euro più 80 aggiuntivi) e che ‘allargherebbe’ la sede stradale soltanto dalla 5 alla nove, tra lo svincolo Lame – ma la viabilità di servizio di fianco alla tangenziale partirebbe tecnicamente allo svincolo Arcoveggio – e il complesso nodo dalla 8 alla 9, tra la Fiera e San Donato.

Autostrade all’ultima riunione ha confessato perplessità sulla realizzazione di una viabilità di servizio in luogo di un più immediato allargamento in sede. Via che però i tecnici del ministero preferiscono, perché permette di intervenire a tratti e con corsie di entrata e uscita solo nei punti più critici. Ma soprattutto un intervento del genere costerebbe ‘poco’ e impatterebbe ancor meno secondo il ministero (sulla carta sono anche più complesse le altre due ipotesi, che contemplano dei lavori anche sul raccordo di Casalecchio), un micro intervento che lascerebbe tempo e risorse al potenziamento di trasporto pubblico, servizio ferroviario e tram.

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A questo punto però la querelle è a un bivio: o si converge sul mini allargamento, oppure si ridà fiato a un braccio di ferro di difficile interpretazione. Secondo quanto filtra da ambienti romani, Autostrade stavolta potrebbe concedere qualcosa in più e aprire definitivamente all’alternativa. Di sicuro c’è solo che l’allargamento – o viabilità di servizio che dir si voglia – interesserà solo la tangenziale. L’autostrada rimarrà così com’è. Sullo sfondo, in pressing, ci sono le istituzioni bolognesi e la Regione, che hanno chiesto formalmente – c’è anche una delibera di viale Aldo Moro – al Mit la convocazione della Conferenza dei Servizi entro 10 giorni. Tutto questo potrebbe davvero accadere in caso di fumata bianca, domani. A questo punto salgono le quotazioni per una Conferenza dei servizi a febbraio inoltrato, dove Regione e Comune dovranno probabilmente prendere atto della volontà di ministero e Autostrade di cambiare rotta. Ci sarà con ogni probabilità da ripetere la Valutazione d’impatto ambientale. Mentre, secondo quanto filtra, il ministero chiederà ad Autostrade di confermare tutte le opere adduttive: Intermedia, Ponte sul Reno e tutto il resto dovrebbero essere salvi. Ma tutto è ancora da ufficializzare.

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