Patrick Zaki oggi: manifestazioni in tutta Italia

Amnesty International invita a scendere in piazza il 7 dicembre, in attesa dell'esito dell'udienza che potrebbe essere decisiva

Patrick Zaki, l'udienza del 7 dicembre potrebbe essere quella decisiva

Patrick Zaki, l'udienza del 7 dicembre potrebbe essere quella decisiva

Bologna, 6 dicembre 2021 - In occasione dell'udienza di Patrick Zaki, lo studente egiziano in carcere da 22 mesi per aver difeso la libertà di espressione, che si terrà domani, martedì 7 dicembre, Amnesty International invita a scendere in piazza a Roma ed in altre 50 città per attendere l'esito dell'udienza, accompagnati da numerosi gruppi della società civile, rappresentanti di enti locali, giornalisti (aderiscono Fnsi ed Usigrai) e parlamentari.

Patrick Zaki, oggi l’udienza. E Palazzo del Podestà a Bologna s’illumina di giallo

Lo studente dell'università di Bologna, che domani sarà giunto al 668esimo giorno di prigionia, è sotto processo presso un tribunale d'emergenza per l'accusa di "diffusione di notizie false", derivante unicamente dall'esercizio della sua libertà di espressione e di ricerca. "Quella del 7 dicembre potrebbe essere l'udienza decisiva per Patrick, giacché altri processi come il suo sono arrivati o stanno volgendo alla fine", ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

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"La speranza è che un giudice riconosca, dopo quasi due anni, l'infondatezza dell'accusa di diffusione di notizie false. Il timore è che la magistratura egiziana non rinneghi sé stessa ed emetta una condanna: se ciò accadesse, sarebbe uno sviluppo terribile, anche perché nei confronti delle sentenze dei tribunali d'emergenza non è previsto appello".

Le mobilitazioni sono già iniziate il 2 dicembre. Si segnalano in particolare l'appuntamento che si è svolto oggi ai Giardini Margherita a Bologna e quello che si terrà domani a Roma (17.30, piazza Bocca della Verità). Intanto l'assemblea dei Cdr e fiduciari della Rai ha aderito all'appello e chiesto alla Rai di "dare il necessario spazio informativo a questa iniziativa che coinvolge tutta la società civile nel chiedere il rispetto dei diritti umani e dei valori fondamentali sanciti dalla nostra costituzione".

Zaki trasferito nel carcere di Mansura

Marise George, la sorella di Patrick George Zaki, ha confermato che il fratello è stato trasferito dal carcere cairota di Tora a uno di Mansura ma non è stata in grado di fornire altre indicazioni. "Sì", ha risposto per iscritto la giovane ad alcune domande circa il trasferimento reso noto ieri da un amico di Patrick, l'attivista Mohamed Hazem Abbas. "Non sappiamo nient'altro", ha replicato Marise a richieste di precisazioni su data e motivo del trasferimento.

Zaki, l'appello del consiglio comunale di Bologna 

Si riaccendono in Consiglio comunale a Bologna i riflettori sulla vicenda di Patrick Zaki. A prendere la parola oggi per prima in aula a Palazzo d'Accursio, alla vigilia di manifestazioni in circa 50 città italiane e di una nuova udienza prevista per domani a Mensura, è stata Rita Monticelli, consigliera Pd e docente del Master Gemma frequentato da Zaki. Monticelli ricorda che lo studente "è in carcere da 22 mesi sotto processo in un tribunale d'emergenza" e "secondo Amnesty la speranza è che il giudice riconosca l'infondatezza dell'accusa di diffusione di notizie false". "Concordiamo - sottolinea la consigliera - con chi pensa che col tempo la questione si faccia più nebbiosa anziché schiarirsi. La pena che potrebbe essergli inflitta non appare chiara".

"Forse qualcuno potrebbe chiedere perché tanto scalpore per un cittadino egiziano - osserva Monticelli -. Perché al di là di ogni barriera di nazionalità e appartenenza, Bologna è la città dei diritti, dell'accoglienza e della solidarietà come posizione politica. Perché mentre prendiamo posizioni per Patrick, siamo consapevoli dei molti diritti negati e oppressi in molte parti del mondo e a questi uomini e donne oppresse dovremo rivolgere il nostro impegno". "A chi - conclude Monticelli - ci chiede se facciamo bene a far sentire le nostre voci, risponderemo con la voce di Patrick: 'Non dimenticatevi di me. Se non vi dimenticate di me, forse tornerò presto'". "Non possiamo barattare i diritti umani con il profitto economico", osserva invece il consigliere di Coalizione civica Detjon Begaj.

Patrick Zaki: il 7 febbraio 2020 inizia l'incubo

Il 7 febbraio 2020 Patrick Zaki, studente egiziano del Gemma (Master Erasmus Mundus che si occupa di "Women's and Gender Studies") dell'Università di Bologna, viene fermato all'aeroporto del Cairo, appena atterrato con un volo proveniente dall'Italia. Nel suo paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.

E invece è iniziato l'incubo. Dopo diverse ore di sparizione forzata, ricompare il giorno dopo, 8 febbraio, di fronte alla procura della città di Mansura per la convalida dell'arresto. Il mandato di cattura contiene le accuse di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Dopo estenuanti rinvii, le prime due udienze del processo si tengono però solo a luglio.

Nella seconda, quella di domenica 26, il giovane studente - visibilmente dimagrito - incontra i suoi avvocati per la prima volta dal 7 marzo. Il 25 agosto 2020, sempre per la prima volta da marzo, vede sua madre, per un breve colloquio. Il 7 dicembre il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del tribunale del Cairo annuncia il rinnovo per 45 giorni della custodia cautelare.

Il 19 dicembre Patrick incontra nuovamente la madre nel carcere di Tora. "Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui e mi deprimo a ogni tappa dell'anno accademico mentre sono qui invece che con i miei amici a Bologna", le racconta.

In questi mesi la famiglia ha ricevuto solo due brevi lettere a fronte delle almeno 20 che il ragazzo aveva scritto e inviato. A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto per Patrick, così come per altre decine di migliaia di detenuti egiziani, le preoccupazioni legate all'emergenza sanitaria sono fortissime.

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