Essere costretti ad affrettare il passo perché qualcuno davanti a noi ci sta tenendo aperta la porta. Oppure sentirsi dire: "Avresti potuto vestirti meglio", ma ti eri già vestito ‘meglio’. Per non parlare di quando il resto arriva in centesimi, da cinque o, peggio, da uno e da due. A saperli prendere, tutti questi piccoli contrattempi della vita, diventano ‘Momenti di trascurabile (IN)felicità’, appartengono di diritto alla gioia di vivere. Sono momenti che Francesco Piccolo (premio Strega) raccoglie in tre libri: ‘Momenti di trascurabile felicità’, ‘Momenti di trascurabile infelicità’ e ‘Momenti trascurabili vol. 3’, tutti editi da Einaudi.
Sul palco del Teatro Fanin di San Giovanni in Persiceto stasera alle 21, assieme a Piccolo, per raccontarli ci sarà Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, regista, attore e conduttore, in ‘Momenti di trascurabile (IN)felicità’.
Pif, com’è scattata la scintilla con Francesco Piccolo?
"Tutto nasce con il film di Daniele Luchetti scritto con Francesco Piccolo, ‘Momenti di trascurabile felicità’, in cui interpretavo il protagonista. Francesco mi chiese di fare qualche lettura del romanzo insieme per accompagnare l’uscita del film. Le due o tre tappe sono diventate cinque anni in cui abbiamo portato in giro questo spettacolo".
Dopo cinque anni in cui lavora ai momenti di trascurabile felicità e infelicità, ha una consapevolezza diversa della vita?
"Ti rendi conto del fatto che ci sono, sì, i grandi eventi della vita, ma quello di cui è fatta davvero sono i piccoli momenti. Non è che succedano tutte a Francesco Piccolo, è che lui ha avuto la genialità di appuntarseli, di dare loro una cornice e quindi anche una dignità".
In quali momenti di trascurabile infelicità, che raccontate nello spettacolo, si ritrova?
"Piccolo racconta che quando scatta l’ora legale inevitabilmente si arriva a discutere perché non si capisce mai se si è un’ora avanti o un’ora indietro. Io di solito nella discussione sono quello che non capisce e quando me lo spiegano non sono del tutto convinto...".
Sono cambiati i piccoli momenti nel corso della vita?
"Molti dei miei momenti adesso sono legati al cibo. Più cresco e più il cibo diventa un’ossessione, cosa che da ragazzo non avevo. Ogni età ha le proprie priorità".
Il cibo quindi è un momento di trascurabile felicità?
"Sì, però diventa di infelicità quando, per esempio, sono a cena e scopro che chi sta accanto a me ha preso un piatto più buono del mio. Questo provoca in me un senso di infelicità che può durare anche per tutta la serata".
In che modo coinvolgerete il pubblico?
"Alla fine dello spettacolo la parola passa agli spettatori. Io scendo dal palco e raccolgo altri ‘momenti’. Devo dire che Bologna, dove abbiamo già fatto tre date, ci travolge per l’entusiasmo e la partecipazione. I bolognesi ci danno sempre grandi soddisfazioni".
A Bologna la lega una tradizione speciale: da più di dieci anni festeggia qui, il 4 giugno, il suo compleanno. Anche l’anno scorso è andata così?
"Ovviamente, certo. Anche l’ultimo l’ho festeggiato in piazza San Francesco. E se piove vado nel bar storico, di fronte alla chiesa. Sono legato alla città perché mia sorella ci ha vissuto per anni".