Posti di polizia negli ospedali di Bologna, i sindacati: "Ma c’è bisogno di più agenti"

L’iniziativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, piace ai rappresentanti dei lavoratori "Gli organici siano potenziati, diciamo no agli spostamenti di personale da altri uffici"

Il pronto soccorso di un ospedale

Il pronto soccorso di un ospedale

Bologna, 17 gennaio 2023 – I posti di polizia sono un presidio di sicurezza già presente in tutti gli ospedali bolognesi. Ce ne sono al Maggiore, al Sant’Orsola, al Bellaria e al Rizzoli. E anche a San Giovanni in Persiceto e a Imola. Sulla carta tutto bene? No. Perché gli agenti impiegati nel servizio si contano davvero sulle dita di una mano: tre al Maggiore, due al Sant’Orsola, uno soltanto su turno negli altri ospedali.

"Quindi ben venga l’iniziativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, volta a incrementare questi presidi di sicurezza – dice Gianni Pollastri, segretario della Fsp polizia –. Ma vanno potenziati concretamente, aumentando gli organici degli operatori di polizia, non spostando quelli che già ci sono da un ufficio all’altro. Negli ospedali un posto di polizia che funzioni a pieno ritmo è necessario: non solo per far fronte alle aggressioni del personale sanitario, ma anche perché gli ospedali sono luoghi dove vengono ‘percepiti’ molti reati, dalle violenze sessuali alle lesioni".

"I posti di polizia in passato sono sempre stati affidati alle persone che hanno lavorato secondo le loro individualità, non avendo uniformità di operatività – dice il segretario del Sap Tonino Guglielmi –. Sulla scorta della circolare Piantedosi (auspicata da tempo), bisognerebbe valutare l’opportunità di dare a questi uffici di polizia mezzi materiali e uomini, in modo tale che questi ‘mini commissariati’, abbiano l’opportunità di lavorare come si deve. La tanta attenzione del questore Fusiello non è sufficiente senza dotare questi presidi di sistemi informatici analoghi a quelli delle questure. A oggi, infatti, i posti di polizia si servono per poter comunicare con i server della Questura di una linea surrogata, che spesso non funziona. Servono anche strumenti come il taser per garantire la sicurezza dell’operatore stesso. E poi sarebbe utile un vademecum operativo per gli interventi di Pronto soccorso e per la gestione delle ‘mini cittadelle’ all’interno dello spazio degli ospedali".

"I posti di polizia a Bologna ci sono, ma negli anni sono stati ridotti all’osso – spiega Amedeo Landino, segretario del Siulp –. Ottima quindi la notizia di voler dotare di più unità i presidi negli ospedali, che danno un grandissimo sostegno a sanitari e personale. In particolare, i due maggiori ospedali cittadini dovrebbero vedere un incremento d’organico, che però, sia chiaro, non va tolto dalle pattuglie in strada, ma va aggiunto agli organici della polizia bolognese già in essere".

Alfredo Sepe, segretario generale provinciale della Fials, sottolinea che "per disinnescare il meccanismo delle aggressioni negli ospedali potrebbe essere utile l’inserimento di una équipe di mediatori esperti nella gestione delle escalation, da chiamare al bisogno, senza escludere la necessità di ampliare la presenza degli agenti di polizia nei nostri ospedali per i casi di difficile gestione e che necessitano dell’intervento delle forze dell’ordine".

Per Massimo Romanelli, responsabile Uil Fpl della dirigenza sanitaria dell’area metropolitana, "il presidio all’interno dell’ospedale può diventare punto di ascolto e di collegamento con la Questura per monitorare le situazioni critiche, creando una relazione diretta tra cittadini e sanitari".

red. cro.

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