CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Preferenziale in via Farini. Annullate tredici multe: "Segnaletica carente"

L’automobilista ha collezionato i verbali a dicembre in meno di 20 giorni. Il giudice di pace li ’cancella’ tutti. L’avvocato: "Sentenza importante". .

Un operaio installa la segnaletica per la preferenziale di via Farini, lo scorso anno

Un operaio installa la segnaletica per la preferenziale di via Farini, lo scorso anno

Annullati dal giudice di pace tredici verbali collezionati da un automobilista in via Farini, sulla corsia preferenziale, per un totale di oltre 900 euro. Le sanzioni erano relative alla telecamera Rita (rete integrata di telecontrollo degli accessi) e risultavano prese tutte nell’arco di neppure 20 giorni, nel tratto di via Farini, direzione via Carbonesi, tra piazza Cavour e piazza Galvani (poco prima di Zanarini). Il giudice di pace Carlo Francesco Tombolini Montessori, nell’udienza di ieri mattina, ha stabilito l’annullamento dei verbali di accertamento, tutti e tredici.

Il ricorso è stato presentato dal richiedente tramite l’avvocato Sebastiano Scardovi. Il Comune non si è costituito. Nel ricorso, il legale ha messo l’accento su alcuni punti, tra cui la mancata omologazione dell’apparecchiatura fotografica e l’assoluta carenza e insufficienza della segnalazione del dispositivo lungo la strada, oltre a una segnaletica orizzontale carente o poco visibile, in quanto scolorita, della corsia preferenziale in quel tratto. Nel dettaglio, Scardovi ha messo in luce il fatto che non c’era "una segnalazione chiara, visibile e inequivocabile della presenza dell’apparecchiatura fotografica" e nel ricorso specifica che solo dopo un attento esame "è forse possibile individuare un piccolissimo cartello giallo" con scritte in caratteri neri "pressoché minuscoli", accanto alla colonna del portico vicino, peraltro con angolazione "rivolta verso l’interno del portico e non della sede stradale".

In più, le foto scattate lungo la strada dal punto in cui si trova una persona alla guida della propria auto, come nel caso del ricorrente, mostrano che è sufficiente il passaggio di un furgone o un autobus davanti al cartello per ‘oscurarlo’ completamente al conducente, risultando "del tutto nascosto e invisibile per l’ignaro automobilista in transito". A proposito, il ricorrente ha anche l’autorizzazione a circolare in Ztl in quanto residente nella zona a traffico limitato. Quanto alla segnaletica orizzontale, il tratto giallo che sta a indicare la preferenziale è "in larghissima parte sbiadito, discontinuo e poco nitido". Questo, in aggiunta al cartello poco visibile, rendeva "impossibile all’automobilista in transito la lettura della situazione e la consapevolezza del divieto". L’automobilista in questione ha collezionato verbali per il transito sulla corsia dal 2 dicembre al 19 dicembre 2024: in alcune date (il 2, il 9 e il 19 dicembre) ne ha presi addirittura due in un giorno solo. Verbali che poi sono stati notificati tra il 24 febbraio e il 17 marzo 2025. Uno di questi, peraltro, fuori termine (che è di 90 giorni), in quanto arrivato 91 giorni dopo la data della presunta violazione contestata. Il giudice di pace si è rifatto ad un principio affermato e ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione, in base al quale la mancata costituzione in giudizio del Comune resistente rende impossibile l’accertamento della pretesa sanzionatoria nei confronti del cittadino ricorrente.

"Questa sentenza è importante – sottolinea Scardovi –, perché quel dispositivo Rita ha mietuto molte vittime. In quel punto, la telecamera è stata piazzata senza la minima informazione preventiva, è comparsa improvvisamente e per di più con segnalazione insufficiente, quindi era facilissimo trarre in inganno gli automobilisti. E la mancata costituzione del Comune fa pensare che l’amministrazione ne sia in qualche modo consapevole". In altre parole, se il Comune non si costituisce, ciò va a dimostrare, per così dire, l’infondatezza della pretesa sanzionatoria.