Prof morto dopo vaccino a Bologna, indagine a 360 gradi

Gli ultimi giorni di Giuseppe Morabito: "Stava bene, poi il crollo. Ha fatto l'iniezione di AstraZeneca e dopo non è stato più lo stesso". Il Pm Amato: "Nessun terrore, il vaccino per ora una tra tante opzioni"

Giuseppe Morabito aveva 61 anni e da una ventina insegnava alle medie di Vergato

Giuseppe Morabito aveva 61 anni e da una ventina insegnava alle medie di Vergato

Bologna, 15 marzo 2021 - La morte di Giuseppe Morabito è ancora un mistero. Oggi il medico legale eseguirà l’autopsia sul corpo dell’insegnante sessantunenne di Vergato, per capire anche se ci sia un legame tra il decesso e la dose di vaccino AstraZeneca ricevuto dal professore dieci giorni prima di morire.

AGGIORNAMENTO Professore morto a Bologna: il vaccino non c'entra. "Aveva il Covid"

Il punto Prof morto, il medico che lo ha vaccinato: "La dose faceva parte del lotto sequestrato"

Anche l’Ausl avvierà approfondimenti; al momento non è certo se la dose ricevuta da Morabito appartenesse al lotto bloccato in via precauzionale dall’Aifa. Intanto, la Procura aprirà un fascicolo contro ignoti e i Nas saranno incaricati degli accertamenti.

"Non c’è nessun allarmismo e nessun indagato al momento – spiega il procuratore capo Giuseppe Amato –. Faremo tutti gli accertamenti necessari. Capiremo quali sono le cause della morte, poi trarremo le conseguenze".

Quello che è certo, è che le coincidenze, dal punto di vista cronologico, destano preoccupazione. L’ultima settimana del prof di tecnologia dell’Istituto comprensivo di Vergato, vicepreside e coordinatore dei due plessi delle medie Veggetti e Don Milani, è stata complicata.

"L’ho visto l’ultima volta mercoledì 3 marzo, nel mio ufficio – ricorda il dirigente scolastico Manuel Salvaggio –. Mi ha avvertito che stava uscendo per andare a fare il vaccino alla Casa della salute. Stava benissimo. In questi mesi non l’ho mai visto dare un colpo di tosse, non si è mai assentato. Gli ho chiesto se volesse un giorno di ferie, dopo l’iniezione, ma ha rifiutato".

Il giorno dopo però qualcosa è cambiato. "La sera abbiamo fatto la solita riunione via web e lui era evidentemente spossato – prosegue il preside dell’istituto –. Però ha voluto proseguire le lezioni online, anche se ci ha chiesto di poter rimanere a casa e non venire più di persona a scuola, come faceva ogni pomeriggio per svolgere i suoi compiti gestionali".

Una richiesta in parte anomala: "Non ha mai preso un giorno di ferie da quando lo conosco, neppure quest’estate – prosegue Salvaggio –. Viveva per la scuola e ha sempre voluto essere presente".

Giuseppe comunque non attribuisce mai apertamente al vaccino la causa del malessere. "Ci ha solo detto che aveva bisogno di riposo", assicura il dirigente. Ma un giorno, pochi prima del tragico decesso, ha un malore durante la lezione online. Gli studenti si spaventano, ma lui dopo un po’ li rassicura: sta meglio e non ha bisogno di un medico. Il sabato però, dopo che da più di un giorno non risponde al telefono a colleghi e parenti –

Morabito lascia una sorella, che abita in provincia, e un fratello, in Calabria –, due colleghi vanno a casa sua e, non ricevendo risposta, danno l’allarme. Sono i carabinieri a fare l’amara scoperta: il corpo senza vita dell’uomo, steso a letto.  

"È un lutto indescrivibile, dal punto di vista umano e professionale – prosegue commosso il preside –. Giuseppe è insostituibile: il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, tutti i giorni. Si spendeva per tutti, si faceva in quattro per gli altri. In paese, tutti lo conoscevano, e quando aveva fretta mi diceva: non posso andare al supermercato in centro, sennò mi fermano tutti e non torno più a casa... Nel cuore dei cittadini è un po’ come se il preside delle scuole medie in realtà fosse lui, perché è stato un punto di riferimento per molti anni".

Al lutto si uniscono i suoi studenti e i due colleghi con cui aveva un legame più stretto: la professoressa Patrizia Brienza e il professor Massimo Pauselli.

Al collega scomparso dedicano una lettera. "Te ne sei andato in modo terribile, insensato e ingiusto. Ti volevamo davvero tutti bene, Pino. Ti abbiamo apprezzato per la tua disponibilità, generosità e bontà. Sei stato il nostro punto di riferimento. A noi non rimane alternativa che farci forza mantenendo vivo il tuo ricordo. Tutte le volte che ci troveremo a dover risolvere qualche problema ci chiederemo: Pino, cosa avrebbe fatto?".

"Dai suoi banchi sono passati quasi tutti i giovani, ora anche adulti, di Vergato – si unisce al commiato il sindaco Giuseppe Argentieri –. Era molto benvoluto, la sua perdita ci lascia sgomenti. Sulle cause della morte non sta a noi esprimerci: ma la coincidenza tra la somministrazione e il suo crollo di salute rimane".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro