CronacaSalvini Bologna oggi, idranti contro il corteo in via Riva Reno / FOTO e VIDEO

Salvini Bologna oggi, idranti contro il corteo in via Riva Reno / FOTO e VIDEO

Manifestanti respinti dalle forze dell'ordine: stavano cercando di arrivare al palazzo. Piazza Maggiore stipata di 'Sardine': "Bologna non si lega"

Il getto degli idranti colpisce i manifestanti (foto Schicchi)

Il getto degli idranti colpisce i manifestanti (foto Schicchi)

Bologna, 14 novembre 2019 - Alla fine sono partiti gli idranti (video). Tensione alle stelle in zona palazzo dello sport tra le forze dell'ordine schierate a protezione della zona rossa: il corteo di duemila persone (foto) contro l'evento leghista con Matteo Salvini. Il lungo serpentone, che è arrivato a raccogliere tremila persone, è partito - tra slogan, fumogeni e striscioni anti Salvini - da piazza San Francesco (video): ad aprire il corteo lo striscione "Bologna partigiana", poi "Lega e Pd due facce della stessa medaglia". Il corteo ha marciato spedito lungo via del Pratello e poi via Pietralata e San Felice. Una volta arrivati in via Riva Reno sono stati fermati con i camion-idranti fatti arrivare a Bologna proprio in vista della manifestazione. 

In risposta, dalle fila degli antagonisti è partito un fitto lancio di bottiglie e palloncini pieni di vernice contro poliziotti e carabinieri. "Questa è la Bologna delle lotte", scandiscono. Le forze dell'ordine - sono almeno 250 gli agenti e i carabinieri schierati - presidiano la rotonda del bar Cristall, impedendo ai manifestanti di raggiungere il PalaDozza. Dopo la doppia azione dei camion-idranti, il corteo si è rimesso in moto verso porta San Felice e poi su viale Silvani, dove ha bloccato il traffico. La manifestazione è arrivata a porta Lame, dove è stato permesso al corteo di salire lungo via Lame (il blocco della polizia si era stabilito all'angolo con via Calori). Il lungo serpentone ha sfilato enza più incidenti fino a tornare in piazza San Francesco dove la fine della manifestazione è stata sancita dal lancio di fuochi d'artificio: "Salvini stanotte non dorme tranquillo".

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Gli anarchici in bici

Ci sono altre due contro manifestazioni: la prima è biciclettata di matrice anarchica. I ciclisti con la maschera bianca sul volto hanno presidiato la zona di porta Lame, simbolo della Resistenza, e hanno interrotto a più riprese il traffico prima in viale Silvani e poi davanti alla stazione. Intorno alle 20 si sono spostati in zona Saffi, probabilmente nel tentativo di intercettare l'arrivo dei pullman dei sostenitori leghisti, fermati precauzionalmente all'uscita dell'autostrada. I ciclisti, sotto l'attento occhio delle forze dell'ordine hanno percorso via dello Scalo, via Casarini e le strade limitrofe. Alla fine, il drappello si è fermato vicino alle statue dei partigiani, presidiato da un paio di blindati della polizia. Alla fine, al passaggio del corteo, i ciclisti si sono uniti al lungo serpentone nella marcia di ritorno verso piazza San Francesco, lasciando uno striscione contro la Lega.

Il flash mob: 10mila 'sardine' in piazza Maggiore

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La terza azione è il flash mob delle "Sardine" indetto alle 20,30 sul crescentone di piazza Maggiore (video). La manifestazione, nata sul web come pacifica opposizione all’arrivo di Salvini, ha raccolto circa diecimila persone: il Crescentone ha brulicato di manifestanti già ben prima delle 8,30, orario nel quale gli organizzatori hanno invitato tutti a stringersi sul crescentone, ma il numero di persone era troppo grande. In mano tenevano un pesciolino di cartone. Chi più piccolo, chi più grande. Chi tenuto su da una cannuccia, chi attaccato sulla fronte. "Bologna non abbocca", diceva un cartello. Poi è calato il silenzio ed è stata letta una strofa della canzone “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla, poi diffusa tramite gli altoparlanti. In chiusura, il coro "Bologna non si lega” (video). “Le stime le lasciamo a Salvini, ma di sicuro siamo più dei leghisti al PalaDozza”, le parole degli organizzatori. Il flash mob si è sciolto dopo circa 20 minuti, incassando anche i complimenti di Nicola Zingaretti.

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