Sciame di api a Bologna, l’esperto: “Cosa fare e chi chiamare se ne trovate uno”

In città si sono posate su un’auto, è il fenomeno della migrazione. L’apicoltore Nenzioni: “Sono animali protetti, non fate loro del male”. E intanto è allarme per le tante arnie perse a causa dell’alluvione: “Morti milioni di esemplari”

Se uno sciame d'api fa il nido in un cassonetto la cosa migliore è chiamare un esperto

Se uno sciame d'api fa il nido in un cassonetto la cosa migliore è chiamare un esperto

Bologna, 31 maggio 2023 – Cominciano i viaggi delle regine verso una nuova vita e un nuovo alveare. E’ il periodo della ‘sciamatura’, il cuore della primavera, in cui “la vecchia regina lascia il suo regno per creare un’altra colonia”, spiega l’apicoltore Maurizio Nenzioni.

Tutti hanno ancora negli occhi le immagini del vasto sciame che l’altro giorno ha praticamente ricoperto un’auto in piazza San Martino.

Nenzioni, si tratta di un fenomeno ricorrente?

"Senza dubbio è un fenomeno naturale. Accade per le api, come per tutti gli altri animali, che con la primavera tendono a moltiplicarsi, e in questo periodo quindi l’alveare si espande, dando vita a un’altra regina”.

Cosa accade di preciso?

"La vecchia regina lascia spazio alla nuova, portando con sé uno sciame di fedelissime, cariche di miele, in cerca di una nuova sistemazione”.

Perché si sono posate su un’auto?

"Le api, prima di trovare una collocazione definitiva, compiono un volo di ricognizione: possono posarsi ovunque, anche a pochi metri dall’alveare, e possono restare lì fino a un giorno”.

Quali sono i luoghi più scelti dalle api per costruire un ‘nido definitivo’, a cosa bisogna fare attenzione?

"Sono animali che preferiscono posti cavi, con ingressi stretti e sottili, così da difendersi dalle aggressioni, come i cassettoni delle tapparelle”.

Cosa bisogna fare quindi se ci si trova uno sciame sull’auto o nel vano della tapparella?

"A meno che il nido non sia stato costruito in un punto irraggiungibile non vanno chiamati i pompieri ma gli apicoltori. Le api sono animali protetti ed estremamente preziosi: chi ci lavora tutti i giorni è capace di maneggiarle, senza procurare loro dei danni”.

Chi bisogna chiamare?

 “Qualunque associazione di apicoltori: hanno a disposizione una lista di nomi e di persone disponibili, che il più delle volte vengono a casa anche gratuitamente”.

Le api sono state ‘disturbate dall’alluvione che ha colpito i nostri territori?

"Non credo abbia influenzato il loro comportamento. Sicuramente il maltempo ha fatto milioni di vittime fra le api. Ho colleghi che hanno perso centinaia di arnie (una può contenere fino a 70mila api, ndr), io stesso, a causa di allagamenti e frane ne ho perse almeno una ventina. Si parla di migliaia e migliaia di euro di danni, oltre che un grave colpo a livello morale per gli apicoltori”.

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