FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Strage 2 agosto Bologna, la Procura generale: "Bellini è colpevole, merita l’ergastolo"

La richiesta del pm Proto durante la requisitoria davanti alla Corte: "Fu uno degli esecutori materiali, confermate la condanna di primo grado". Nella prossima udienza si parlerà degli altri imputati, Segatel e Catracchia

Paolo Bellini

Paolo Bellini

Bologna, 8 maggio 2024 – Una vera e propria sorpresa, inutile dirlo, non c’è stata: il sostituto procuratore generale Nicola Proto ha chiesto di nuovo l’ergastolo per Paolo Bellini, in appello. Ossia la conferma della sentenza di primo grado, che stabiliva come l’ex di Avanguardia nazionale fosse uno degli esecutori materiali della strage in stazione, che il 2 agosto 1980 provocò 85 morti e più di 200 feriti. Come sempre attentissimo a ogni passaggio delle udienze del ’suo’ processo (imputati con lui sono anche Piergiorgio Segatel, depistaggio, e l’ex amministratore di via Gradoli a Roma Domenico Catracchia, false informazioni al pm: le loro posizioni saranno trattate alla prossima udienza, nella seconda parte della requisitoria), Paolo Bellini ha scosso la testa al momento della richiesta di condanna. Lui, dal canto suo, si dichiara a gran voce innocente: lo ha ribadito più volte nel corso del processo, in dichiarazioni spontanee.

Il sostituto Pg – che ha definito quello della strage "un delitto inconfessabile, infestato dai depistaggi" – ha diviso per punti la sua requisitoria. È partito dalla "prova granitica" della Corte d’Assise di primo grado, ossia il video girato dal turista tedesco Harald Polzer che ritrae in stazione, dopo lo scoppio, un uomo che l’ex moglie di Bellini, Maurizia Bonini, riconobbe senza ombra di dubbio come l’allora marito. Nessun dubbio "sull’attendibilità del video, pure in formato digitale, e della teste", chiarisce Proto. A favore della tesi della difesa, prosegue, ci sono solo "elementi nulla più che suggestivi, basati su elementi che anche un bambino saprebbe smontare: e invece è molto, molto evidente dalle foto tratte dal video che Bellini era in stazione, il 2 agosto ’80".

La testimone chiave, Bonini, per 40 anni gli resse l’alibi, dicendo che erano partiti alle 9 da Rimini con la famiglia diretti al Passo del Tonale. "Ma ora dice la verità: lui arrivò ben più tardi a prenderli, all’ora di pranzo, compatibile con la sua presenza in stazione alle 10.25. Se la Corte l’avesse vista raccontare come l’abbiamo vista noi, sapreste che è attendibile. Prova ne sono anche le intercettazioni dei dialoghi che ebbe a riguardo coi suoi familiari: sapeva che era lui l’uomo in stazione, anche se in cuor suo sperava di no". Bellini si sarebbe poi precostituito l’alibi andando a prendere al mattino e portando poi a Rimini la nipote Daniela, "un fatto agghiacciante". Il sostituto ha poi affrontato i rapporti tra l’imputato, la destra eversiva e i servizi deviati, legati "all’allora procuratore capo di Bologna Ugo Sisti".

Federica Orlandi

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