Strage di Bologna, via al processo ai mandanti. "Ora chiarezza su chi la ordinò"

Oggi la prima udienza (a porte chiuse) davanti alla Corte d’Assise: ammesse solo 40 persone. Depositata la lista dei testimoni, sono 184 dalla pubblica accusa e 214 dalle parti civili

L’ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è accusato di essere il quinto esecutore

L’ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è accusato di essere il quinto esecutore

Bologna, 16 aprile 2021 - La strage del 2 agosto torna in aula, oggi. Davanti alla Corte d’Assise presieduta dal presidente del tribunale Francesco Caruso, comincia il processo ai presunti mandanti della bomba in stazione, che quasi 41 anni fa provocò 85 vittime e oltre 200 feriti. Tre gli imputati alla sbarra (dopo il decesso di Quintino Spella, l’ex generale del Sisde accusato di depistaggio): in primis la ex primula nera di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, accusato di concorso in strage e di essere il quinto esecutore dell’attentato dopo Francesca Mambro, Giusva Fioravanti, Luigi Ciavardini (definitivi) e Gilberto Cavallini (primo grado), poi l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e Domenico Catracchia, amministratore di condominio degli immobili di via Gradoli a Roma in cui trovarono rifugio i Nar, che dovrà rispondere di false informazioni al pm.  

Un processo a porte chiuse causa Covid – ammesse 40 persone tra giudici, cancellieri, avvocati, imputati e parti civili, mentre i giornalisti potranno seguire le udienze nella vicina Sala delle Colonne, su maxi schermo –, ma non si escludono eventuali soluzioni per cercare di ampliare il pubblico, nel rispetto delle norme di sicurezza . I testimoni indicati dall’accusa sono 184, 214 dalle parti civili; oggi si stabilirà quali saranno ammessi e si affronteranno le questioni preliminari del processo.  

Presente al dibattimento anche la vicepresidente della Regione Elly Schlein (Emilia-Romagna, Comune e Avvocatura generale dello Stato sono parti civili assieme ai familiari delle vittime). "Questo nuovo procedimento – afferma Schlein – servirà a far luce su un sistema di relazioni che ha ideato, finanziato, e poi coperto, uno degli attentati più devastanti del nostro Paese. È un grande risultato per i famigliari che ancora piangono i loro cari, per la comunità regionale e per la società civile italiana. Il capitolo che si apre oggi, frutto della tenacia dell’Associazione familiari delle vittime e del lavoro svolto dalla Procura generale, riaccende la speranza di fare completa chiarezza su chi ha voluto e ordinato la strage".

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L’inchiesta aperta dalla Procura generale (la pubblica accusa è rappresentata dall’avvocato generale Alberto Candi e dai colleghi Nicola Proto e Umberto Palma), che nel 2017 avocò a sé l’indagine sui mandanti della strage dopo la richiesta di archiviazione della Procura ordinaria, ha tentato di risalire il ’flusso di denaro’ che avrebbe condotto ai finanziatori, mandanti e organizzatori della strage in stazione, portando anche a bugie e depistaggi che avrebbero ostacolato la ricerca della verità.

Inclusi nell’indagine anche i presunti mandanti oggi morti: l’ex capo della P2 Licio Gelli, il suo braccio destro Umberto Ortolani, il capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e il direttore del ’Borghese’ Mario Tedeschi.  

f. o.  

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