
"Suonare è un momento di tregua"
È un linguaggio sociale la musica. Lo ha ricordato Brian Eno, in occasione della consegna del Leone d’Oro alla sua carriera, lo ha detto Vinicio Capossela, sottolineando quanto importante nella poetica del suo nuovo album sia la parola’ insieme’. Il cantautore presenta domani e martedì il disco ’Tredici canzoni urgenti’ nell’amato Teatro Duse (Via Cartoleria, 42), da alcuni anni diventato la sua, come ama sottolineare, ‘casa sonora’ cittadina. Ospite sarà Jimmy Villotti.
Capossela, la musica che ascolteremo al Duse, il tour si chiama ’Con i tasti che ci abbiamo’, è frutto di una esperienza collettiva?
"Sì, da molto tempo per me l’elemento biografico ha lasciato il posto a una visione più ampia. È musica che nasce dalla condivisione, i contenuti hanno a che fare con un senso profondo di scoraggiamento, di forte indignazione. Sensazioni dalle quali si esce solo come collettività. ’Con i tasti che ci abbiamo’ è un invito a riscoprire il potere della musica come racconto dell’inclusione. È la dimensione dell’organicità della musica".
Come saluterete gli spettatori del Duse?
"Mi piace pensare che il nostro concerto possa portare il pubblico in una dimensione onirica, dove sospendere l’incredulità e immergersi in una specie di sonno… Gli spettatori sono accolti in sala da una voce generata dall’intelligenza artificiale, che invita a prender posto, e a godere del bisogno di sonno che esprime la società dello spettacolo. E alla fine la stessa voce augura a tutti buon risveglio. Il concerto è un momento di tregua, dove ritrovare parti di noi che sfuggono alla ragione e che possono invece emergere se ci lasciamo andare al flusso della musica e delle parole".
Che scenografia avete scelto per il concerto?
"Il palco è sovrastato da una grande Luna gonfiabile. La Luna è per me un salvagente, che con la sua immagine ci riporta alle parole di Ludovico Ariosto, ben sintetizzate dal commento di Italo Calvino all’Orlando Furioso, ’se il senno è sulla Luna, vuol dire che sulla terra non è rimasta che follia’. La Luna è una sorta di discarica delle vanità umane, dove sono depositate tutte le cose inseguendo le quali gli esseri umani perdono la ragione. La Luna è lì a ricordarci che da qualche parte il nostro senno c’è ancora…"
Quali canzoni ascolteremo?
"Il concerto è basato naturalmente sui brani del nuovo disco, e poi canteremo i Musicanti di Brema, alla quale sono molto legato perché è una storia edificante, piena di speranza, di solidarietà, Maraja, Che coss’è l’amor, perché è domanda alla quale non ho ancora trovato una risposta e altre canzoni a sorpresa che cambiano ogni sera".
Il Duse da molti anni è diventato la sua ‘casa’ bolognese.
"Ogni volta è una grande emozione essere ospitato dal Duse, che a me è sempre apparso come un condominio affacciato sul palcoscenico È un luogo che va difeso, salvaguardato, come i cetacei. E come loro è una specie in pericolo, abbiamo visto negli scorsi anni quante volte ha rischiato di chiudere. Fa parte di quei luoghi che vanno contro la logica del puro consumo dello spettacolo. Un teatro bellissimo nel cuore della città. La sua esistenza conferma quanto Bologna sia protagonista sul tema degli spazi dedicati alla cultura, è una città che fa da esempio in Italia. Una città che cambia, come tutte, ma che continua a mantenere vivi i suoi valori".