
"Tornare all’Ariston, che emozione" Dodi Battaglia, una vita con i Pooh
di Matilde Gravili
Cinquant’anni di storia insieme, amici per sempre. Questi sono i Pooh, che si sono esibiti martedì sera all’Ariston durante il Festival di Sanremo portando un medley con i loro più grandi successi. E proprio su quel palco hanno annunciato un ultimo grande concerto a San Siro il 6 luglio. Oltre 50mila i biglietti venduti a soli tre giorni dall’annuncio. "Stiamo preparando qualcosa di speciale", afferma il chitarrista dei Pooh Dodi Battaglia.
Dodi, martedì eravate super ospiti a Sanremo: com’è andata e com’è stato cantare di nuovo tutti insieme?
"Come dice la battuta, Sanremo è Sanremo. Tornare su quel palco dove trionfammo nel ’90 è una grande emozione, soprattutto perché eravamo insieme. Ognuno di noi dal 2016 ha preso delle strade diverse, non perché avessimo litigato ma perché abbiamo scelto di percorrere carriere separate. E’ arrivata la proposta di Amadeus e abbiamo detto ’perché no’".
Nel ’90 avete trionfato a Sanremo e poi avete deciso di non gareggiare più. A posteriori, cambierebbe questa scelta?
"No. Ho sempre pensato che Sanremo sia una grande cassa di risonanza e serva quando sei giovane. Quando sei già a un certo livello di notorietà, come noi lo eravamo nel ’90, è un rischio. Se le cose ti vanno bene mantieni la tua credibilità, se le cose vanno male rovini un percorso che hai fatto".
Martedì, durante la vostra ’Uomini soli’ è stato proiettato il video di Stefano D’Orazio. Cosa ha provato?
"Ho rivisto la scena dopo, perché sul palco ero di spalle. Dire che è stato emozionante è scontato, mi sono commosso. Mi manca molto, come ci manca molto il grande Valerio Negrini, l’autore che ha canzoni di successo come ’Ho tanta voglia di lei’, ’Pensiero’, ’Chi fermerà la musica’ e ’Uomini soli’".
Annunciate il vostro scioglimento nel 2016, ma poi tornate insieme. Ora farete un concerto il 6 luglio a San Siro. C’è quasi una forza che vi tira e vi spinge a tornare sempre insieme?
"All’Ariston abbiamo cantato a squarciagola ’Amici per sempre’. Fra noi c’è un rispetto di fondo, un’amicizia che non si cancella. Sono state una serie di casualità a farci ritrovare. Dopo 50 anni di storia, ci troviamo sul palco insieme a cantare, Amadeus ci ha dato uno spazio straordinario, l’aver annunciato San Siro e che dopo 5 giorni siano stati venduti 20mila biglietti, il giorno dopo 40mila e oggi siamo quasi sold out. Sono tutte cose belle. E allora le cose belle vanno prese dalla vita perché la vita è così".
Lei è un bolognese doc. Con i Pooh ha viaggiato tantissimo e poteva vivere ovunque, ma in ogni caso ha scelto la sua città. Bologna è una regola, come cantava Carboni?
"Ho vissuto a Roma e poi a Milano per esigenze lavorative, ma Bologna è una chioccia, con i suoi portici ti protegge. Ti fa vivere una realtà di normalità, che non è quella con gente che ci corre dietro per fare selfie e altro. E’ il mio punto fermo, è il mio contatto con la realtà".
Cosa si devono aspettare i vostri fan dal concerto del 6 luglio?
"Non ci dormo la notte (ride, ndr). Credo che debba essere veramente una grande occasione per tirare fuori le unghie. Posso dire che la scaletta che faremo durante questo concerto sarà la più lunga che noi abbiamo fatto da quando suoniamo insieme. Credo che sia corretto dare fino all’ultima goccia di sangue a questa gente che ci ha seguito per tanti anni".