"Interruzione del servizio di trasporto per disabili". Questa l’amara comunicazione arrivata a un cittadino bolognese di 65 anni, che per spostarsi da casa al lavoro ha bisogno di un mezzo attrezzato, fornito dall’assistenza disabili. A denunciare la vicenda, per fortuna a lieto fine, sono Marco Biagi e sua moglie Barbara Regazzi. L’uomo, paraplegico dal 2001 a causa di un incidente stradale, è tornato sul posto di lavoro e non ha mai smesso di operare nell’azienda Gd, dove si reca la mattina usufruendo del servizio trasporto disabili, garantito dal servizio dell’amministrazione comunale ma fornito dalla Società Dolce.
Tutto fila liscio, fino a dicembre, quando a Biagi e Regazzi viene comunicato che il servizio sarà interrotto: l’uomo, avendo compiuto 65 anni, sarebbe stato preso in carico dall’Area anziani del Comune. "Abbiamo dovuto attendere un mese per ricevere una risposta o una soluzione, senza poter usufruire del servizio al rientro dalla pausa natalizia", dice Biagi. Martedì scorso la Società Dolce ha garantito il trasporto a Biagi, rientrato a casa dopo il lavoro grazie all’interessamento di un’associazione. L’alternativa sarebbe stata "recarsi autonomamente in azienda con la nostra macchina o prenotare e pagare un taxi".
In realtà, il passaggio tra le due aree è prassi, come fa sapere il Comune: al compimento del 65esimo anno di età, le persone in carico al servizio sociale per la disabilità passano sotto la responsabilità del servizio sociale che segue le persone anziane, garantendo così una risposta adeguata ai bisogni che cambiano con l’età. Il caso di Biagi è un’esigenza particolare "che abbiamo accolto, per cui, pur confermando l’opportunità di avviare la presa in carico da parte del servizio sociale dell’Area anziani, i servizi hanno congiuntamente valutato opportuno mantenere attivo il trasporto sociale per gli accompagnamenti al lavoro, così come fatto sin ora", spiegano dal Comune. Nelle prossime settimane gli assistenti dei due servizi continueranno il passaggio e "è stata avviata una ricognizione di eventuali situazioni analoghe di persone disabili con più 65 anni, ma che mantengono una vita lavorativa attiva, perché al momento non risultano altri casi". Il servizio sarà ripristinato già da oggi e tutto è bene quel che finisce bene, "ma questo episodio deve essere un monito per tutte le altre persone con disabilità – conclude Regazzi –. Nessuno merita di rimanere senza risposte".
Mariateresa Mastromarino