Villa Aldini Bologna, il progetto: diventerà un grande spazio espositivo

Ora è vuota ma sarà un polo culturale per eventi e mostre. Il piano di ristrutturazione inviato a Roma per il via libera ai fondi

Il palazzo napoleonico attende di ritornare a essere uno spazio per la città

Il palazzo napoleonico attende di ritornare a essere uno spazio per la città

Bologna, 5 settembre 2021 - Ristrutturazione e restituzione alla città di Villa Aldini, ci siamo: il Comune ha inoltrato al ministero degli Interni una scheda descrittiva con il progetto di rigenerazione della monumentale villa napoleonica, ora vuota dopo essere stata un centro di accoglienza dei migranti e interessata da alcuni episodi di degrado. Che ci fossero progetti in cantiere si sapeva, sul punto si era mosso anche l’assessore alla Cultura e attuale candidato sindaco del centrosinistra, Matteo Lepore, e adesso l’operazione è al vaglio del governo. Oltre alla ’scuola nel bosco’, già lanciata da Lepore, ora per Villa Aldini c’è nero su bianco un piano di rivalutazione. "Il progetto di rigenerazione urbana che comprende Villa Aldini ha l’obiettivo di trasformare il complesso in un polo culturale ed educativo a contatto con la natura, con attività fortemente legate alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione dei beni e alle attività culturali". Cultura e natura quindi. In particolare, l’area del parco e l’edificio della ‘ex casa di riposo’ ospiteranno una ‘scuola nel bosco’ e attività connesse di educazione ambientale per tutta la cittadinanza. Mentre, si legge nel progetto inviato a Roma, "il corpo centrale della villa neoclassica diventerà uno spazio polifunzionale per mostre, installazioni ed eventi. I locali non monumentali della villa – si legge ancora nella schede, che presentano alcune aggiunte rispetto ai primi studi – ospiteranno spazi di lavoro e residenze temporanee per artisti e studiosi".  

Insomma, ecco Villa Aldini casa degli artisti, dopo che per tutta l’estate per la sua parte esterna è stata un ’laboratorio vivente’ con l’inserimento nel cartellone di Bologna Estate. Il progetto definitivo per il riuso del bellissimo complesso tiene dentro l’Università di Bologna, grazie a un recente accordo quadro, la Fondazione Villa Ghigi, la Fondazione per l’Innovazione Urbana e la Fondazione Cineteca, oltre alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna per il progetto di gestione. A partire da questo mese poi è previsto l’allargamento del tavolo agli altri livelli Istituzionali presenti sul territorio (Città Metropolitana, Regione, Soprintendenza e ministero della Cultura) e al contributo, in primis, dei residenti della zona. Proprio la Sovrintendenza è stata parte fondamentale per quanto riguarda le valutazioni e le verifiche sul campo, le Belle Arti hanno infatti dato l’ok a tutto il piano di recupero, l’ultimo sopralluogo c’era stato a maggio. Serviranno circa 6 milioni di euro: il Comune ha già partecipato al bando, il passaggio dal Viminale serve per protocollare la richiesta al ministero dell’Economia e delle Finanze. Il sì finale del Mef farà piovere quei milioni , risorse che arriverebbero dal pacchettone del Pnrr, naturalmente dopo il voto, e considerando l’urgenza dell’intervento strutturale per lo stabile non dovrebbe mancare molto.  

Da sempre interessata al recupero di Villa Aldini è Lucia Borgonzoni, sottosegretaria bolognese al ministero della Cultura. "Da quello che so manca ancora una graduatoria per avere le risorse dal Mef, non ci resta che attendere – spiega la sottosegretaria, eletta senatrice con la Lega nel 2018 –. Mi spiace però che si arrivi a compimento di questo intervento dopo così tanto tempo, la battaglia su Villa Aldini la sto facendo da prima del governo Conte 1, il Comune era sordo e a forza di tormentarli hanno capito che c’era da intervenire. Sarebbe stato del resto un crimine abbandonare uno dei posti più belli di Bologna, finalmente un progetto di valorizzazione è arrivato". Sul piano la Borgonzoni vuole chiarezza: "Villa Aldini deve essere restituita alla città, mi auguro che quegli spazi non diventino esclusivi per quella o quell’altra associazione, serve un progetto che coinvolga tutta la città. Per esempio, bisognerebbe dare spazio ai bolognesi celebri ‘dimenticati’: penso a Guglielmo Marconi e anche a Pier Paolo Pasolini. Cerchiamo di far diventare Villa Aldini un luogo dei bolognesi – rimarca la sottosegretaria leghista –, la valorizzazione deve far dimenticare il degrado. E speriamo che la procedura per i fondi anche a Roma si velocizzi, si deve intervenire".  

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