Bologna Fc, tre croci a Casteldebole, Gazzoni: "Follia da cretini"

Il presidente onorario dei rossoblù ha fiducia in Saputo, che ‘sa cosa deve fare’

Giuseppe Gazzoni, presidente onorario del Bologna football club (Ansa)

Giuseppe Gazzoni, presidente onorario del Bologna football club (Ansa)

Bologna, 16 dicembre 2018 - «Dei cretini disposti a fare una follia del genere purtroppo al mondo d’oggi si trovano sempre. Con l’accelerazione di certe dinamiche comunicative legate alle nuove tecnologie, si trovano più facilmente oggi rispetto a qualche anno fa». Giuseppe Gazzoni nei suoi dodici anni da presidente del Bologna, dal 1993 al 2005, ha incassato cori ostili, striscioni minacciosi, un tentativo di aggressione fisica in tribuna nel corso di un Bologna-Roma, un auto sfasciata (con lui al volante) all’uscita da uno studio televisivo: di tutto e di più insomma, ma una croce mai».

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Dottor Gazzoni, dove siamo arrivati?

«A questo, purtroppo. Ovviamente condanno con tutta la forza possibile questo gesto insano: ma bisogna prendere atto che nel nostro mondo oggi circola anche di questa gente. Anzi, tra social e smartphone certe dinamiche si sono accelerate e i cretini prosperano. Mi faccia però dire una cosa».

Prego.

«Niente di nuovo sotto il sole. Certo, le tre croci sono un atto gravissimo, ma io ho vissuto sulla mia pelle il punto a cui può arrivare l’intolleranza nei confronti di un presidente. Non dimenticherò mai quella notte davanti a Rete 7, quando fuori mi aspettava un gruppo di ultras che con calci, pugni e bastoni mi sfasciarono la macchina. Un’esperienza che non auguro a nessuno».

Tentarono anche di aggredirla sfondando gli ingressi della tribuna in un Bologna-Roma. Poi, molti anni dopo, si scusarono pubblicamente.

«Vero. Le rivelo una cosa: alcuni di quei ragazzi che mi contestavano e con cui ho ricucito i rapporti qualche mese fa sono venuti a trovarmi in ufficio, volevano chiedermi che cosa ne pensassi della situazione del Bologna».

Lei è il presidente onorario.

«Sì, ma come ho detto loro sono fuori da ogni dinamica di gestione, com’è giusto che sia. Ho detto loro ciò che penso: che io rispetto Saputo e che lo ringrazierò sempre per quello che ha fatto e che fa per il Bologna».

Mai come oggi però il momento è difficile, si rischia la B.

«Saputo viene da una famiglia di imprenditori ed è lui stesso imprenditore. Penso che sappia quello che deve fare».

Tanto per cominciare, provare a fermare martedì il Milan.

«Mi sto già attrezzando per combattere il gelo, ci sarò».

 

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