FRANCESCO MORONI
Politica

Mobilità, intervista a Orioli: “Il tram, la mia sfida più grande, i progetti sono al sicuro”

L’ex assessore e le dimissioni-choc dopo 8 anni: “È stato un onore, adesso mi concentrerò su studenti e ricerche. Ho accusato la stanchezza, nessun contrasto in giunta. Città 30, percorso culturale da completare”

Mobilità, intervista a Orioli: “Il tram, la mia sfida più grande, i progetti sono al sicuro”

Bologna, 19 dicembre 2024 – Orioli, lei lascia Palazzo d’Accursio dopo più di otto anni. Un bilancio dei due mandati?

“Più che di mandati, si tratta di una parte della mia vita. Ho svolto gli impegni con passione e interesse: per me è stato un onore”. Valentina Orioli, assessora uscente alla Mobilità, risponde al telefono tra una prova d’esame e l’altra con i suoi studenti di architettura dell’Alma Mater.

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Valentina Orioli assieme al sindaco di Bologna, Matteo Lepore

Cosa si porterà dietro ora?

“Il dossier della candidatura dei portici all’Unesco è stata un’esperienza molto intensa”.

Un privilegio?

“Ho imparato tantissimo. Ho iniziato come assessore, ma anche essere nominata vicesindaco di Virginio Merola è stato un onore: in quegli ultimi anni di mandato si sono finalizzate diverse cose, dal Piano urbanistico generale all’ingresso nella World Heritage List (Patrimonio mondiale dell’umanità, ndr)”.

Traguardi importanti.

“Sì, sono stati mandati importanti. E ancora più importante per me è stato avere la fiducia di Matteo (Lepore, ndr), quindi di un altro sindaco, che mi ha coinvolta per lavorare sui progetti che avevamo avviato”.

Per dare continuità?

“Non direi continuità, perché ogni volta è come se si iniziasse ex novo, con prospettive che seguono l’evoluzione dei tempi”.

Eppure un progetto come il tram richiede continuità.

“Certamente”.

È soddisfatta?

“Sì, mi ha permesso di rivolgermi a un mondo a cui ero già vicina. Il tram è importantissimo”.

Cosa succederà ora?

“È un progetto ormai al sicuro. Un cambio di testimone adesso è possibile perché abbiamo costruito un modo di lavorare, dai cantieri alle relazioni”.

Se dovesse dare un consiglio al sindaco e al suo successore, Michele Campaniello, cosa direbbe loro?

“Tutti coloro che hanno fatto parte di questa Giunta e che entrano sono persone che condividono valori e obiettivi. Lunedì eravamo alla cena di Natale...”.

Come una famiglia?

“C’eravamo tutti: assessori uscenti e nuovi ingressi. Non ci sono mai state rivalità o contrasti, ma una comunanza di visione. Il sindaco lo sa bene”.

Ne avete parlato?

“A lungo”.

Su cosa si concentrerà ora il neo assessore, secondo lei?

“Avrà un bel pacchetto di cui occuparsi: la mobilità è fatta di tantissimi temi centrali”.

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Bologna a 30 all'ora: uno dei progetti che più ha impegnato Orioli assieme a Lepore

Tra questi, la Città 30: il Comune ha detto che sta ragionando su cosa va e cosa non va.

“Città 30 è nata per migliorare la sicurezza stradale e ridurre il numero di morti sulle strade: i numeri ci stanno dando ragione. Però è anche una visione della città e un percorso culturale. Dobbiamo proseguire sulla strada intrapresa per arrivare al risultato. La realizzazione del tram sarà una parte molto significativa di questo percorso”.

Lei si è dimessa presentando il nuovo progetto della linea blu della tramvia.

“È fondamentale. Tutte le città costruiscono una rete legata al tram e non solo delle linee. Candidare il tratto sud-ovest della ‘Blu’, che si collegherà a quello della ‘Verde’ da Corticella a via dei Mille, significa costruire di fatto la seconda linea dopo la ‘Rossa’. È un progetto elaborato con attenzione”.

Ci sono novità rispetto al programma originale del Pums.

“Esatto, per questo parlo di attenzione. Si è scelto di non far passare il tram in via Sant’Isaia”.

Come mai?

“Perché avrebbe comportato un binario unico, con passaggi del tram alternati, e una promiscuità con il traffico privato. E niente avrebbe funzionato”.

I più maliziosi hanno vociferato sulle sue dimissioni, definite quasi “indotte”. Lei ha parlato di “una scelta autonoma”...

“Io faccio un altro lavoro: ho l’università, i miei studenti, la ricerca e una rete di colleghi che vuole costruire un sapere utile per chi amministra. Ho sofferto molto la stanchezza e mi sono confidata con il sindaco. Lui ha capito”.

Le voci l’hanno infastidita?

“No, ma comprendo la scelta sia stata spiazzante. Ringrazio chi ogni giorno lavora per Bologna, in un disegno che la cambierà in maniera straordinaria”.