Pd, la corsa alle urne. Mercoledì la direzione, ma su nomi e gazebo si deciderà più avanti

Bologna: l’assise dem del 15 maggio servirà per impostare la strategia elettorale. Per il successore di Bonaccini i papabili in lizza restano gli stessi: da Colla alla Gualmini, dalla Priolo al sindaco ravennate De Pascale

Dall’alto a sinistra in senso orario: l’assessore Vincenzo Colla, il sindaco Michele De Pascale, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini e la vicepresidente Irene Priolo

Dall’alto a sinistra in senso orario: l’assessore Vincenzo Colla, il sindaco Michele De Pascale, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini e la vicepresidente Irene Priolo

Bologna, 10 maggio 2024 – In casa Pd si guarda alla direzione del 15 maggio che imposterà la road map elettorale dei prossimi mesi. Un periodo caldissimo, dove si intrecceranno amministrative ed europee, l’8 e 9 giugno, e poi le regionali che si potrebbero tenere già a fine ottobre (probabilmente il 27). Sarà quello l’appuntamento dove i dem, sotto la regia del segretario emiliano-romagnolo Luigi Tosiani, imposteranno le tappe e la strategia di insieme per condurre la campagna elettorale. Dunque, si affronterà la parte programmatica e ’di ascolto’.

La discussione sui nomi e sulle alleanze, di fatto, è congelata. O meglio, sotto traccia qualcuno continua a disegnare scenari, ma qualsiasi scelta – fanno trapelare esponenti di peso del partito – dipenderà dall’esito delle elezioni europee (una sfida difficile, che preoccupa non poco anche gli esponenti locali del Pd).

E, non dimentichiamolo, dai risultati di un voto amministrativo che vede coinvolti nel Bolognese 38 Comuni (escluso il comprensorio imolese e Castel San Pietro), di cui 9 con oltre 15mila abitanti (Molinella, Medicina, Pianoro, Castel Maggiore, Zola Predosa, Castenaso, Valsamoggia, San Lazzaro di Savena e Casalecchio di Reno). Dopo che si saranno tirate le somme, ai primi di giugno, il clima si farà davvero caldo, e la contesa per raccogliere il testimone di Stefano Bonaccini entrerà davvero nel vivo.

I temi sono sempre quelli ricorrenti. E i piani dei dem non sembrano toccati più di tanto dall’ipotesi di anticipare il voto regionale a fine ottobre. Le primarie, nelle intenzioni dei vertici dem, si terranno solo se non si troverà un candidato unitario (probabilmente da definire a fine giugno). Nei giorni scorsi, il capolista Bonaccini non ha chiuso ai gazebo, ma intanto sarebbe partito un sondaggio informale sul gradimento di alcuni nomi.

Si tratta dell’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla, del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, dell’europarlamentare Elisabetta Gualmini e dell’ex ministro Graziano Delrio (anche se, in un’intervista al nostro giornale, ha fatto sapere al momento di non essere disponibile).

Non è escluso , però, che questa rosa si possa allargare. Si parla infatti della vicepresidente della Regione, Irene Priolo, o dell’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, che ha chiesto un segnale di continuità nella gestione dell’ente di viale Aldo Moro. E poi c’è sempre la ’tentazione’ civica che cova sotto la cenere (ma che si sta raffreddando anche nel campo opposto del centrodestra). La supposta regola dell’alternanza (dopo un emiliano, tocca a un romagnolo) per ora scalda pochissimo i cuori.

Al momento, comunque, l’unica certezza è il percorso con cui si ’libererà’ lo scranno più alto della Regione. Entro la prima decade di luglio, infatti, si attendono le dimissioni di Bonaccini, in caso di elezione all’Europarlamento. Da allora in poi, in base alle norme vigenti, la vicepresidente Priolo sarà in carica solo per gli affari ordinari. Per differenti ragioni, come abbiamo visto, tanto il Pd quanto, nel centrodestra, Fratelli d’Italia sono per protrarre al minimo indispensabile quella parentesi.

a. bo.

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