X Factor 2018, Lodo Guenzi. "Pendolare per non staccarmi da Bologna"

Il cantante rivive l'esperienza: "Mi sono fermato a dormire a Milano poche sere perché tornare qui mi fa stare bene"

Lodo Guenzi

Lodo Guenzi

Bologna, 19 dicembre 2018 - Il giudice pendolare. «Bologna mi fa sentire bene e per questo ho sempre preferito tornare a dormire qui anche durante il tour de force di X Factor». Lodo Guenzi, adesso, ci è tornato in pianta (quasi) stabile e riguarda il recente passato dietro al bancone del talent di Sky con la sensazione di aver vissuto un’esperienza personale e professionale preziosa. Ritagliandosi perdipiù il tempo e l’energia per proseguire nella tournée del ‘Giardino dei ciliegi’ messo in scena da Kepler-452.

LEGGI ANCHE Lite furibonda tra Lodo Guenzi e Mara Maionchi

Che mesi sono stati, allora, quelli passati su e giù da Milano?

«Mi fermavo su solo il giovedì sera, per il resto ho preferito sempre rincasare. L’impegno ruotava su 4 giorni ma è stato totalizzante. Oltre alla diretta, bisognava dedicarsi ai contenuti del daily time, all’incontro per l’assegnazione dei brani, agli ascolti delle prove in studio con finestre di narrazione come la scelta di portare i Bowland a Bologna a casa di Dalla e all’osteria delle Dame. Intanto mi sono ritagliato anche il tempo per 30 date del ‘Giardino dei ciliegi’, peraltro parecchio apprezzato dalla critica».

Si è mai chiesto in quei mesi che destino avrebbe avuto Lo Stato Sociale in un contesto di talent?

«Noi siamo un progetto totalmente inadatto, infatti penso che non avremmo superato nemmeno i primi provini. Nasciamo come collettivo che ha la sua forza nella scrittura, nell’inventiva, nella qualità autorale, nel cantare e suonare bene. Dopo dieci anni insieme, mettere in fila sette cover... Non saremmo stati credibili».

Che cosa le ha tolto e cosa le ha dato l’esperienza in tv?

«Mi ha tolto una cosa che non ho perso, ossia il tempo. Sono un tipo molto portato all’ascolto e quella collocazione mi ha consentito di lavorare con i ragazzi rinunciando a ogni verticalità di giudizio. Per il resto è surreale: i concorrenti vivono rinchiusi mentre tutti fuori li vivono come pop star. Loro che spesso non hanno le idee chiare su chi sono: magari s’interstardiscono di essere rapper e invece sarebbero perfetti crooner e così vengono eliminati. Il caso-simbolo è Naomi: ha avuto il tempo di sbagliare senza andare a casa».

X FACTOR_OBJ_FOTO_35636646
X FACTOR_OBJ_FOTO_35636646

Con quali occhi guarderà Sanremo?

«Con quelli sereni di chi non deve fare niente. È stata un’avventura incredibile ma da non ripetere a breve. Il primo giorno mi hanno fermato in due: uno per chiedermi dov’era il bagno, l’altro cercava Red Canzian. Il giorno dopo non riuscivo a salvarmi dall’assalto, tra cui quello di un sessantenne con cresta punk rosso fuoco che con un quaderno ad anelli andava in giro con tutte le foto dei cantanti per raccogliere autografi. Comunque se lo si fa con lo spirito giusto è proprio come andare in vacanza».

La musica quando riprenderà il posto centrale?

«Beh, intanto a Capodanno suoneremo a Mantova, poi stiamo scrivendo. Siamo in cinque e siamo in perpetua fase di revisione. E, in generale, siamo anarchici: in piena fase di ascesa come indie-band siamo rimasti fermi un anno e mezzo».

Il teatro come s’è inserito?

«Premetto di essere attore diplomato all’Accademia Nico Pepe, per cui il caso è semmai intervenuto nella virata verso la musica. Comunque, alla fine del tour del secondo disco, Nicola Borghesi, amico di una vita, inizia a preparare ‘Il giardino dei ciliegi’ con un altro attore. Mentre era in gestazione il terzo disco, vado come spettatore a vederlo e ne rimango stregato, così quando si è liberato un posto in compagnia, sono stato ben lieto, incuneandolo tra promozione discografica e X Factor».

LEGGI ANCHE Maionchi punzecchia Lodo Guenzi: "E' prolisso"

Che cosa la folgorò di quello spettacolo?

«L’utilizzo di attori non professionisti portati in scena senza alcuna malizia del mestiere e un’idea di base fortissima, quale quella di prendere due sgomberati veri del Pilastro che non hanno mai recitato e fanno un Cechov testuale. E noi, addetti ai lavori, a fare da contorno».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro