
Alex Cavallucci con il ‘diploma’ per la partecipazione ai servizi di volontariato durante l’emergenza Covid. L’uomo è invalido all’85% e ha perso il lavoro nel 2021
Cesena, 27 maggio 2025 – “Ho sempre offerto il mio aiuto alla comunità, rendendomi disponile a sostenere chi chiedeva aiuto. Ora sono io che allungo una mano. Ma non sto trovando le risposte che cerco”. Le parole sono di Alex Cavallucci, cesenate alle prese con una serie di difficoltà economiche che lo hanno spinto a chiedere il sostegno del Comune per far quadrare i conti del suo bilancio. “Devo fare i conti con un’invalidità dell’85% – spiega – e dal 2021 ho perso il mio lavoro di storico dell’arte senza riuscire più a ottenere un altro impiego. Vivo grazie una piccola pensione e all’assegno di inclusione, ma devo fare i conti con la restituzione di un finanziamento alla banca che mi vincola la grandissima parte dei circa 900 euro dei quali posso disporre ogni mese. E ai quali aggiungo il sostegno della Caritas. So bene che le situazioni difficili non mancano, anche a Cesena. Però sono purtroppo obbligato a guardare alla mia situazione personale e il quadro mi preoccupa tanto: rischio di vedermi scollegare le utenze e sono ormai con le spalle al muro. Mi piacerebbe che il territorio si ricordasse di tutte le volte in cui sono stato io a offrire la mia disponibilità”.
Cavallucci cita il periodo passato a fare volontariato alla Fiera di Cesena durante la somministrazione dei vaccini anti covid, la sua partecipazione nell’ideazione e nella diffusione di un progetto che prevedeva la consegna della spesa a domicilio durante la pandemia agli anziani e alle persone più esposte a rischi e anche il suo impegno nelle Cucine Popolari.
“Mi occupo anche di progetti che riguardano le fasce della popolazione, a partire dai più giovani , che devono fare i conti con difficoltà psicologiche. Insomma, la mia parte penso di averla ampiamente fatta. Ora c’è qualcuno disposto a offrirmi assistenza?”.
Cavallucci ha chiesto al Comune la possibilità di essere sostenuto nel pagamento delle bollette, ma gli uffici, che pure in passato sono più volte intervenuti in suo supporto, hanno risposto di non riuscire al momento a coprire tale spesa in maniera continuativa perché in graduatoria prima di lui c’è chi non percepisce alcuna forma di reddito. A oggi i servizi sociali seguono i casi di circa seimila persone.
l.r.