A mio avviso c’è una guerra che manca e la sua mancanza sta generando frutti pericolosi.
La guerra (non armata) che manca è quella all’ipocrisia, che nell’indifferenza generale è arrivata a convincere se stessa delle proprie bugie.
Trump e gli altri “comandanti” sono il risultato di un modo di fare “politica” che politica non è, e poco importa che la si voglia spacciare per tale.
Artefici di questa situazione sono i “bravi e buoni”, i falsi oppositori, quelli che non dicono No ma nemmeno si, quelli che le colpe sono sempre altrove, quelli che vogliono la pace ma anche le armi, l’espansione industriale i monopattini e i boschi incontaminati.
Continuo a sentire osservazioni nei più disparati contesti che mi confermano tristemente che i più parlano di America e Russia senza sapere chi governa la propria città.
Anche per questo resto convinto che serva un passo avanti di noi cittadini vivi, che ci porti a non voltare le spalle davanti alle situazioni scomode, prima comincerà un puro contrasto a questa sorellastra della falsità, prima si otterranno risultati.
Mentre attendiamo una vera alternativa politica credibile, capace di schierarsi senza titubanze o alleanze di comodo sui temi fondamentali, siamo chiamati a privarci di una briciola del nostro tempo per capire le vicende che governano le città dove viviamo, perché non tutto è frutto dei cambiamenti climatici, e tutti possiamo contribuire al miglioramento perché le idee non hanno tessera di partito.
Paolo Pasini
Indigeno Cesenate