LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Cesena Città per la Pace. Premiata associazione palestinese. La Lega: "Pregiudizio anti Israele"

Polemiche sul riconoscimento al collettivo ‘Youth of Sumud’ perché ‘resiste al colonialismo in Palestina’. L’assessora comunale Macrelli: "Non si può essere equidistanti quando un popolo viene distrutto".

A sinistra l’assessora comunale Giorgia macrelli, in basso l’ex consigliere comunale Luigi Di Placido

A sinistra l’assessora comunale Giorgia macrelli, in basso l’ex consigliere comunale Luigi Di Placido

Sta facendo discutere la scelta del Comune di Cesena di attribuire il premio ‘Cesena Città per la Pace al collettivo palestinese ‘Youth of Sumud’, formazione politica di base che (si legge nella motivazione) ‘resiste al colonialismo israeliano nel nome di una Palestina libera e liberata’. "Consegnare un premio che evoca la ‘pace’ – ha argomentato Antonella Celletti della Lega - a chi persegue la fine dello Stato democratico d’Israele e degli ebrei e` davvero paradossale. Solo l’amministrazione cesenate ormai scivolata ideologicamente in un estremismo radicale poteva arrivare a tanto mentre il mondo democratico occidentale piange i piccoli Bibas, uccisi a mani nude dopo essere stati presi in ostaggio insieme alla mamma dai terroristi palestinesi durante il feroce attacco del 7 ottobre 2023. L’auspicio e` che la giunta cesenate ci ripensi e rifletta sul messaggio ambiguo e pregiudiziale che lancerebbe consegnando quel premio a soggetti che non perseguono la pace ma fomentano l’odio e la guerra. Per certo solleva non pochi dubbi l’attività` svolta dal ‘Centro Pace’ cesenate sul piano dell’obiettività`, dell’equilibrio e della conoscenza storica". Anche Luigi Di Placido dei Liberaldemocratici per Cesena si è mostrato scettico: "Scorrendo gli assegnatari del premio delle scorse edizioni è evidente come tali scelte avessero motivazioni forti, pur non entrando a gamba tesa sulle cause profonde di conflitti in corso sui quali non c’è possibilità di definire precise e condivise responsabilità. Crediamo non sarebbe stato difficile trovare un’associazione israeliana che si batte per la fine del conflitto e la pace, a meno che non si ritenga che la responsabilità del conflitto stia solo da una parte, e che da quella parte esistano solo guerrafondai. Non ricordiamo per esempio che tale premio sia mai stato assegnato ad associazioni ucraine, rappresentanti di un popolo che da tre anni lotta contro una invasione sanguinaria e criminale". Ad argomentare la scelta è intervenuta l’assessora comunale Giorgia Macrelli con parole estremamente nette: "Riconosco che in giunta c’è stata discussione al momento dell’assegnazione del premio. Ma ad ogni modo perché si sarebbe dovuto prendere in considerazione anche un’associazione umanitaria israeliana? D’accordo che tutte le vite sono vite, ma come si può essere equidistanti quando un popolo viene distrutto?".

Luca Ravaglia