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Cesena, il mago delle protesi ha 25 anni: "Ecco il mio ginocchio artificiale"

La cavalcata di Diego Zamagni, da Savignano sul Rubicone a Dubai passando per la Svizzera. A fine aprile ha presentato il suo brevetto , lavora per la più grande azienda ortopedica del mondo

Cesena, 26 giugno 2023 – Nel 2016 fu il più bravo all’esame di maturità dell’Istituto Marie Curie di Savignano. Diego Zamagni di Savignano sul Rubicone, 25 anni, si diplomò al liceo scientifico con 100 e lode. Poi l’Università triennale a Cesena nel Campus di ingegneria biomedica con 110 e lode. Dal 2019 è a Zurigo per completare gli studi di magistrale all’ETH Zurich con la tesi svolta al Tarabichi Center, Al Zahra Hospital di Dubai negli Emirati Arabi, diventando ingegnere biomedico.

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Come è nata la storia di Dubai?

"A Zurigo con l’università non mi trovavo benissimo con il metodo di insegnamento. Per questo per la tesi ho cercato di trovare una soluzione al di fuori. Prima avevo trovato un progetto a Singapore e in seguito in California. Ma a causa del Covid chiusero le frontiere. Alla fine mi sono messo in contatto con i chirurghi Samih Tarabichi e Mohamed Elfekky che mi hanno proposto un ambizioso progetto nella loro clinica a Dubai ancora aperto in fase pandemia e mi sono precipitato".

Cosa ha fatto nei quattro mesi passati a Dubai?

"Abbiamo lavorato a una innovativa protesi tibiale per la ricostruzione artificiale del ginocchio. Ho lavorato su tre fasi. La prima è stata la fase clinica assistendo agli interventi, intervistando pazienti e staff medico. La seconda fase ha riguardato una ricerca sistematica di letteratura sulle protesi del ginocchio attualmente in commercio e i loro limiti e l’ultima è stata la messa a punto del disegno stesso della protesi, mirata a superare tali limiti".

Ha brevettato questa sua protesi?

"Io e i due medici abbiamo depositato il brevetto per tutelare questa nostra invenzione e siamo alla ricerca di investitori che possano sostenere economicamente il progetto. A fine aprile sono stato invitato nuovamente a Dubai a presentare il nostro brevetto al più importante congresso ortopedico del Medio Oriente, ICJR ME, dove era presente l’elite dei chirurghi del Medio Oriente e di tutto il mondo". Ora dove lavora?

"In Svizzera a Solothurn per Stryker, la più grande azienda ortopedica del mondo".

Come è nata questa sua passione per la biomedica?

"L’area di mio interesse è sempre stata quella dell’ambito della ricerca medico scientifica. Finiti gli studi liceali al Marie Curie mi sono trovato davanti a un bivio: o fare medicina o ingegneria. Ho mixato le due cose e, visto che a Cesena stava crescendo un importante polo di ingegneria biomedica, ho scelto questa strada".

Il suo sogno?

"Prima di tutto trovare un’azienda interessata allo sviluppo del nostro brevetto. Poi lavorare sullo stesso affinchè trovi applicazione sui pazienti per migliorare la loro condizione motoria. Lo scopo finale è colmare il gap fra la ricostruzione del ginocchio e quella d’anca. Poi mi piacerebbe partecipare a ISTA, il congresso ortopedico più grande al mondo che si terrà a New York a fine settembre. Spero di ricevere risposta positiva".